Elevato rischio di focolai di malattie nelle zone di guerra

 

 

Roma, 11 Giugno 2022 – Secondo uno studio condotto di recente da Natalia Vynohrad, capo dipartimento di Epidemiologia dell’Università di Leopoli, sarebbe alto il rischio di insorgenza di epidemie (di vario genere) nelle zone di guerra. Il rapporto in particolare mette in allerta sulla possibilità che si possano diffondere il tetano, epidemie di pidocchi e febbre tifoide. Il pericolo tuttavia è elevato anche per quanto riguarda le infezioni respiratorie. Si afferma che, “prima di tutto esiste il pericolo della tubercolosi, a causa della permanenza prolungata delle persone nei rifugi sotterranei”. Anche l’epatite B e C possono diventare un problema però, “a causa principalmente di ferite non medicate a dovere”.

A proposito del tetano, si denuncia che potrebbe emergere soprattutto tra i soldati. In quanto molti di loro si trovano costretti a operare in condizioni difficili. E ad avere contatti persistenti “con la terra nelle trincee e negli scantinati”. Lo studio infine lancia l’allarme riguardo la probabile espansione di malattie importate dai russi, soprattutto da parte di coloro che provengono dalle parti più remote, “come Buriazia e Inguscezia“. Da quei territori si ritiene plausibile che “possano arrivare versioni qui inedite di agenti patogeni nuovi di malattie comuni o malattie completamente esotiche”.

Le difficili condizioni igienico-sanitarie in cui versa la cittadinanza di Mariupol

Nei giorni scorsi già era stato lanciato l’allarme a Mariupol per una possibile esplosione di casi di colera, a causa delle condizioni di scarso igiene in cui si trova costretta a vivere la popolazione superstite. Si ricorda che la completa distruzione della città da parte dei russi ha provocato il dissesto del sistema fognario. E compromesso quasi del tutto l’opportunità di accedere all’acqua corrente da parte di chi è tuttora obbligato a sopravvivere tra le macerie. Esiste infine il problema dei cadaveri: molti corpi senza vita sono abbandonati a marcire lungo le strade o sotto le rovine.

Il consigliere del sindaco della città portuale, attraverso il canale Telegram del Consiglio comunale, giorni fa aveva reso noto che: “La città sta letteralmente affogando nella spazzatura e nei liquami“. Anche l’Oms di recente aveva sollevato la problematica, affermando: “Siamo preoccupati dal rischio di diffusione del colera nelle aree dove le infrastrutture idriche e le fognature sono danneggiate o distrutte”. Del medesimo avviso infine si era mostrata Dorit Nitzan, direttrice regionale per le emergenze in Europa: “A Mariupol ci sono vere e proprie paludi. Le acque nere contaminano quelle potabili”.

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