Usa, Trump paga 175 milioni di cauzione

New York, 2 Aprile 2024 – Donlad Trump ha pagato una cauzione di 175 milioni di dollari (giovedì scadevano i termini) evitando così di vedere sequestrati i propri beni e la maxi sanzione disposta a febbraio in seno alla causa per frode finanziaria. La notizia arriva in un momento molto delicato per la corsa alla Casa Bianca: oggi infatti New York, Wisconsin, Connecticut e Rhode Island sceglieranno i candidati da portare a novembre, mentre saltano le elezioni nel Delaware come voluto dai repubblicani e dai democratici. Contestualmente era giunta ieri la conferma del processo per il caso che vede il coinvolgimento della star a luci rosse Stormy Daniels.

 

La sentenza

Lo scorso febbraio infatti il giudice Arthur Engoron ha condannato Donald Trump al pagamento di una multa di 354 milioni di dollari per aver gonfiato gli asset della holding di famiglia con lo scopo di ottenere dei vantaggi da parte delle assicurazioni e delle banche. Insieme al Tycoon multati anche due dei figli Donald Jr e Eric che dovrebbero parare 4 milioni di dollari ciascuno. Non solo, oltre alla sanzione, Trump sarebbe impossibilitato a condurre affari o ruoli aziendali a New York per tre anni, mentre i figli sono banditi per due. A questo si aggiunge che il social ideato da Trump, Truth ha subito a Wall Street un crollo importante.

Trump: «Una caccia alle streghe»

Mentre la squadra di legali prepara i ricorsi, che se non dovessero essere accolti costringeranno l’ex presidente a pagare la sanzione per intero, Trump attacca la sentenza definendola una totale farsa, una caccia alle streghe” sottolineando che quanto deliberato dal giudice “disonesto” la sentenza “è del tutto illegale e anti americana”, messa in atto contro la sua famiglia e i suoi numerosi affari. «Il sistema giudiziario nello Stato di New York, e in America nel suo insieme, è sotto attacco da parte di giudici e pubblici ministeri partigiani, delusi e prevenuti».

James: «Sentenza storica»

Letitia James, procuratrice dello Stato di New York, accusata dal magnate di essere corrotta e di volerlo inastrare, ha commentato la sentenza come «un successo importante per lo Stato di New York, questa Nazione e per tutti coloro che credono che si debbano rispettare le stesse regole, compresi gli ex presidenti».

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