Qatargate, procedura di revoca immunità per due eurodeputati

 

 

Roma, 3 Gennaio 2023 – È iniziata la procedura attraverso cui  si revoca l’immunità nei riguardi di due eurodeputati. Lo ha reso noto il presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola: «A seguito di una richiesta delle autorità giudiziarie belghe, ho avviato una procedura d’urgenza per la revoca dell’immunità di due membri del Parlamento europeo. Non ci sarà impunità. Nessuna». L’iniziativa si è resa necessaria al fine di consentire, alle autorità giudiziarie belghe, di compiere le indagini in merito al Qatargate. I nomi dei due politici coinvolti sono stati resi noti da numerosi media internazionali, sebbene il Parlamento non abbia ancora ufficializzato nulla riguardo loro identità.

Si tratterebbe dell’italiano Andrea Cozzolino e del belga Marc Tarabella, facenti entrambi parte del gruppo parlamentare di centrosinistra. Si ricorda che Francesco Giorgi, assistente di Cozzolino, è una delle quattro persone già arrestate. Mentre Tarabella già era stato coinvolto nelle indagini, tanto che la propria abitazione era divenuta oggetto di una serie di perquisizioni. Tuttavia, entrambi gli eurodeputati si erano professati innocenti e avevano accettato la possibilità di vedersi revocata l’immunità, allo scopo di potersi difendere.

La procedura di revoca dell’immunità

Il PD voterà a favore della revoca dei due eurodeputati

L’eurodeputato del Partito Democratico, Brando Benifei, ha fatto sapere, in occasione di un’intervista rilasciata ad Agorà, che la propria formazione politica voterà a favore della revoca dell’immunità nei riguardi dei due europarlamentari coinvolti. Benifei è un membro supplente della Commissione giuridica che sarà investita del compito di svolgere una indagine sull’istanza di revoca.

Attesa l’udienza di Silvia Panzeri

È prevista l’udienza di Silvia Panzeri, che ha chiesto la revoca degli arresti domiciliari in cui si trova. Secondo quanto dichiarato dagli organi giudiziari belgi l’ex europarlamentare, figlia di Antonio Panzeri, sarebbe parte di una organizzazione criminale, finanziata da Marocco e Qatar.

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