Qatargate, Giorgi gestiva i contanti

 

 

Bruxelles, 15 dicembre 2022 – Crolla davanti gli inquirenti Francesco Giorgi, ex assistente e compagno dell’europarlamentare greca Eva Kaili, coinvolto nello scandalo Qatargate. L’uomo ha rivelato di gestire i contanti all’interno di una organizzazione sfruttata dal Qatar e dal Marocco per interferire con gli affari europei.

Secondo Le Soir, giornale belga che insieme a La Repubblica ha visionato i documenti dell’inchiesta, Giorgi ha puntato il dito verso altri europarlamentari, Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, di Socialisti & Democratici, colpevoli di aver intascato alcune somme attraverso Antonio Panzeri, ex europarlamentare del Pd e fondatore della Ong Fight Impunity. Secondo quanto risulta dai documenti, Giorgi, Panzeri e Cozzolino hanno avuto contatto con l’ambasciatore del Marocco in Polonia, Abderrahim Atmoun e con la Dged, il servizio di informazione esterna marocchina, per questo il Marocco è colpevole per corruzione.

Lo scandalo

La vicenda Qatargate che da giorni ha sconvolto tutti gli ambienti comunitari, vede l’emirato colpevole di ricorrere a mezzi quali la corruzione di alcuni eurodeputati per cercare di influenzare le decisioni dell’Ue, in particolare modo sui temi quali diritti civili, umani e lo sfruttamento dei lavoratori e manodopera straniera in merito ai Mondiali che stanno per giungere al termine.

Panzeri e Giorgi restano in carcere

Secondo le disposizioni del Tribunale di Bruxelles, a restare in carcere per almeno un mese sono Giorgi e Panzeri, mentre Nicolò Figà-Talamanca esce sotto regime di sorveglianza con braccialetto elettronico. Su Eva Kaili invece il tribunale ha rinviato l’udienza al 22 dicembre poiché al momento, nel carcere in cui è detenuta è in corso uno sciopero.

Oltre 60 eurodeputati coinvolti

La magistratura belga intanto esamina le posizioni di altri deputati del Parlamento europeo che potrebbero essere coinvolti nella vicenda. Sott’occhio degli inquirenti sarebbero finiti circa 60 eurodeputati che potrebbero aver ricevuto tangenti da Paesi stranieri.

Meloni: «Reazione ferma»

Sulla vicenda, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha dichiarato al Consiglio europeo che: «i contorni sono abbastanza devastanti. In questi casi credo che conti molto la reazione e questa deve essere ferma e decisa».

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