OSSISNa, PNRR e Criminalità Organizzata

 

 

Roma, 4 Settembre 2022 – È stato pubblicato pochi giorni fa un approfondimento riguardo una tematica di particolare rilevanza, se pur scarsamente posta all’attenzione dei media, in una frettolosa campagna elettorale che incalza. Si tratta di uno studio pubblicato dall’Osservatorio per la Sicurezza del Sistema Industriale Strategico Nazionale, OSSISNa, intitolato “PNRR e criminalità organizzata: mitigazione dei rischi di infiltrazione nel Sistema Industriale Nazionale”.

Grande opportunità, ma anche rischio

Lo studio rileva come il PNRR, che prevede ingenti investimenti e rappresenta una grandissima opportunità di crescita anche infrastrutturale per il Paese, rischi di diventare unvasto bacino di attrazione per la criminalità organizzata“, richiamando opportunamente la necessità di uno “sforzo corale” delle diverse componenti dello Stato “che devono garantire livelli di attenzione elevatissima nel monitoraggio delle possibili ingerenze mafiose da parte di circuiti affaristici aggressivi in cui convergono diverse figure professionali, burocrati e criminali, con il fine specifico di tutelare la gestione sia degli interessi economici, finanziari, sociali e industriali sia dei processi decisionali della Pubblica Amministrazione”.

Utilizzo della Banca Dati Nazionale Antimafia

Impostazione generale dell’articolo è la corretta osservazione, talvolta distorta nella narrazione quotidiana superficiale e controproducente, della condivisa necessità da parte di Stato e imprese nel contrasto della criminalità organizzata quale “ostacolo alla crescita dell’economia e al rilancio delle attività produttive”, come esplicitato nel recente Protocollo di Legalità sottoscritto da Confindustria e ministero dell’Interno.

Si fa riferimento allo strumento ad oggi più significativo per impedire il dilagare delle infiltrazioni mafiose nell’economia, ovvero la Banca Dati Nazionale Antimafia, ideata come contenitore di informazioni sullo status delle aziende relativamente ai dettami del Codice Antimafia e del Codice degli Appalti. Risulta non superfluo notare che, nonostante la indubitabile centralità della raccolta informativa della BDNA, che rappresenta lo step principale e la conditio sine qua non per delineare un quadro esaustivo degli attori in gioco, soltanto la verifica e la sapiente analisi delle informazioni correlate, unitamente ad approfondimenti di natura investigativa, può davvero rendere chiare criticità e commistioni con ambienti criminali e delineare la possibile sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi di società o imprese, e la conseguente impossibilità di stipulare contratti con la pubblica amministrazione.

Il protocollo Scudo Italia

Viene infine indicato nell’articolo, a latere del Modello 231 già previsto dalle norme quale possibile strumento di gestione dei rischi nella governance aziendale, il protocollo Scudo Italia elaborato dall’Osservatorio OSSISNa e già efficacemente introdotto nell’ambito della Sicurezza Nazionale per la protezione antisabotaggio/antiterrorismo di infrastrutture critiche e siti sensibili, volto a “mitigare i rischi derivanti da eventi dolosi (di natura fisica, biologica, cibernetica e finanziaria) da parte di entità ostili nazionali ed estere aventi finalità di interdizione delle attività operative o di acquisizione malevola delle informazioni e delle capacità tecnologiche”.

Lo studio pubblicato da OSSISNa, oltre a fornire una panoramica di criticità e azioni di contrasto, rappresenta un invito a tenere alta la guardia nel monitorare tutti gli step delle attività finanziate con i fondi del PNRR, affinché questa grande opportunità non vada a foraggiare le casse mafiose. È scaricabile qui.

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