OpenAI, Garante privacy blocca ChatGPT

 

 

Roma, 1 Aprile 2023 – Il Garante della privacy ha bloccato con effetto immediato il sistema di intelligenza artificiale ChatGPT della società americana OpenAI ideata da Sam Altman e guidata da Satya Nadella  e nata come no profit finché questo non rispetterà le norme sulla privacy. Contestualmente aperta un’istruttoria.

OpenAI ha 20 giorni di tempo per comunicare le misure che intende attuare per mettere in regola il servizio, pena una multa da 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo globale. Oltretutto l’azienda ha ricevuto una denuncia alla Federal Trade Commission americana per il progetto in merito a ChatGPT-5 che potrebbe vedere la luce il prossimo anni, secondo quanto affermato dallo sviluppatore Siqi Chen su Twitter. Lo scorso 20 marzo aveva subito una perdita di dati  riguardanti le conversazioni degli utenti e le informazioni relative gli abbonamenti.

Cosa è

ChatGPT (acronimo di Generative Pretrained Transformer) creata dalla OpenAI, società senza scopi di lucro impegnata nella ricerca sull’intelligenza artificiale, è uno dei più noti software di intelligenza artificiale basata sull’elaborazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing) che sfrutta avanzati algoritmi per apprendere e sviluppare risposte il più fedele possibile al linguaggio umano.

Le motivazioni

La decisione di questo stop da parte del Garante è motivata dalla mancanza di una informativa per gli utenti in merito ai dati raccolti e conservati da ChatGPT e soprattutto, gli contesta una totale assenza di una giustificazione legale per questa enorme mole di dati per consentire all’algoritmo della OpenAI di apprendere. Inoltre, stando ad alcune analisi non sempre i dati raccolti sono corretti.

Niente filtri per l’età

Altro problema rilevante riguarda i termini di utilizzo inerenti l’età. ChatGPT infatti è rivolto ai maggiori di 13 anni, però non ci sono effettivamente dei filtri che consentono di verificare l’età dell’utente e questo, per il Garante della privacy espone i minori a dei rischi, soprattutto perché il programma potrebbe dare risposte non idonee all’età dell’utilizzatore.

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