Gorbaciov. Chi era, cosa resta. Roma 14/09

 

 

Roma, 11 Settembre 2022 – Mercoledì 14 settembre, alle ore 17, a Roma presso il Centro Eventi di via Alibert 5a, l’associazione Eureca Idee per l’Italia e l’Europa organizza un convegno suGorbaciov. Chi era, cosa resta” che sarà trasmessa in diretta sui portali (Eurocomunicazione.com ed Eurocomunicazione.eu) e canali social di Eurocomunicazione (FacebookTwitterYouTube e Instagram).

Presente anche un diplomatico russo

Parteciperà anche l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Alexander Avdeev, all’incontro promosso per ricordare la straordinaria figura di Michail Gorbaciov. In un momento estremamente delicato nei rapporti tra Mosca e l’Occidente, si tratta di una presenza davvero rara e che sottolinea l’importanza dell’iniziativa promossa dall’associazione Eureca, Idee per l’Italia e l’Europa.

La scomparsa di Gorbaciov, avvenuta il 30 agosto scorso, ha preceduto di pochi giorni quella, 8 settembre, di un’altra grande figura: la regina Elisabetta II. In poco più di una settimana il Mondo ha perso due eccezionali personalità, che hanno scritto importanti pagine di storia, che si stimavano e che, per ragioni diverse, si sentivano legate ciascuna al Paese dell’altra.

Gorbaciov ed Elisabetta II

La longeva sovrana del Regno Unito in quanto lontana nipote di Nicola II, ultimo zar della Russia. Gorbaciov perché, proprio a Londra, quando era ancora il numero due dell’Urss, aveva incassato il primo, clamoroso plauso sul palcoscenico internazionale alla sua visione politica e alla sua figura, sia da parte della premier Thatcher, sia dalla stessa regina. Era il 1984. Pochi mesi dopo, Gorbaciov sarebbe arrivato alla guida del Pcus, il potente partito comunista sovietico, e da lì, tra lo stupore e la speranza di tutto il Mondo, avrebbe dato vita a una vera e propria rivoluzione interna sfociata nella caduta del Muro di Berlino, nella dissoluzione dell’Urss e nella fine della guerra fredda.

Le domande inevitabili

Il Mondo di oggi, con le sue evoluzioni e le sue insidie, è figlio di quegli avvenimenti fortemente voluti, ma solo fino a un certo punto portati a termine secondo il suo disegno, da quell’uomo straordinario. Gorbaciov sbagliò qualcosa? Non seppe sostenere le riforme politiche con un adeguato e forte piano di rilancio economico? Oppure è stata una parte dell’Occidente a non sostenerlo come avrebbe dovuto? Domande inevitabili. Tanto più oggi, di fronte al ritorno dell’imperialismo russo, a una guerra in Ucraina che rischia di innescare altri incendi pericolosissimi, alle conseguenze economiche e sociali che incombono su tutti noi.

L’ambasciatore russo presso la Santa Sede

Temi sui quali l’ambasciatore Adveev, che ha conosciuto Gorbaciov molto da vicino, potrà offrire il suo punto di vista aiutandoci forse, sia pure indirettamente, a comprendere meglio cosa si nasconde dietro il clima surriscaldato dei nostri giorni e perché, in questa fase, un’escalation della tensione sembra più probabile della invece indispensabile distensione dei rapporti. Aspetto, quest’ultimo, sul quale si soffermerà a sua volta l’ambasciatore Umberto Vattani, diplomatico di lungo corso, unico a guidare per due volte la Farnesina al massimo livello di segretario generale, e, oltre a questo, ultimo testimone diretto degli enormi sforzi compiuti dall’Italia, nella seconda metà degli anni Ottanta, per convincere gli Stati Uniti e tutto l’Occidente a sostenere con forza e con aiuti concreti le grandi riforme del leader sovietico padre della ‘perestrojka’ e della ‘glasnost’, ovvero degli sforzi per ristrutturare l’Urss all’insegna della trasparenza.

Le relazioni tra Mosca e Pechino

Altro relatore dell’incontro (moderato dal presidente di Eureca Angelo Polimeno Bottai e diretto dal coordinatore tecnico di Eureca Claudio Verzola ) sarà Gennaro Sangiuliano, autore di libri importanti dedicati a Putin e XI Jinping.
Il direttore del Tg2 metterà a fuoco anche l’aspetto, tutt’altro che secondario, delle relazioni tra Mosca e Pechino e delle possibili ripercussioni negli equilibri mondiali. Argomento, quest’ultimo, sul quale si soffermerà a sua volta Andrew Spannaus, giornalista e scrittore americano, attento osservatore della Casa Bianca e delle sue politiche.

 

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