Superbonus: nuovo decreto legge “fuori sacco”

Roma, 27 Marzo 2024 – Il Consiglio dei ministri ha approvato a sorpresa un nuovo decreto legge sui bonus edilizi, portato “fuori sacco”. Il provvedimento, che non era all’ordine del giorno, è stato presentato dal ministro dell’Economia Giorgetti e mira a tenere sotto controllo i costi.

 

Le limitazioni previste dal decreto legge

L’esponente proveniente dalla Lega ha definito “scriteriata” una misura che ha “prodotto effetti devastanti per la finanza pubblica” con un costo che si aggira intorno ai 150 miliardi di euro. Il decreto prevede limitazioni per accedere alle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie.

I punti chiave:

  • Stop allo sconto in fattura e cessione del credito. Sarà necessaria la dichiarazione preventiva. Questo comporta che chi vorrà fare i lavori non potrà cedere il credito verso lo Stato alle imprese o alle banche, ma dovrà sostenere il costo con le proprie risorse. I crediti vengono prima compensati con le “cartelle” degli accertamenti fiscali.
  • Salta la regolazione in bonis“, con mini sanzioni, previste per mancate comunicazioni fino al 15 ottobre.
  • Limitazione della cessione del credito Ace (Aiuto alla crescita economica riconosciuto alle imprese) per utilizzo fraudolento sull’agevolazione, peraltro eliminata dalla riforma fiscale.

L’obiettivo del decreto legge

Come ha evidenziato il ministro gli effetti dell’eccessiva generosità della misura che ha causato gravi problemi alla finanza pubblica saranno contabilizzati quando si chiuderà la finestra per caricare le fatture sui lavori eseguiti entro il 31 dicembre 2023. L’ obiettivo del dl è di mettere un punto finale rispetto all’impatto sul 2023, salvo le valutazioni definitive di Eurostat. Entro giugno infatti l‘Ufficio di statistica europeo sulla classificazione dei bonus edilizi del 2024 emanerà verdetto sulla base delle nuove evidenze quantitative. Si capirà allora se i bonus edilizi andranno contabilizzati tutti nell’anno di sostenimento della spesa, come è stato per il 2023 o se dopo le necessarie modifiche legislative approvate dal governo, potranno essere distribuiti annualmente pro quota incrementando il deficit dei prossimi anni.

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