Patrick Zaki, a Mansura la nona udienza

 

 

Roma, 28 Febbraio 2023 – Inizia oggi a Mansura, Egitto, la nona udienza del processo al giovane studente ricercatore e attivista per i diritti umani Patrick Zaki, accusato della diffusione di notizie false dal tribunale di emergenza per reati di sicurezza dello Stato.

I reati

Secondo l’accusa infatti, Zaki, avrebbe, tramite un articolo del 2019, preso le parti dei copti, minoranza cristiana egiziana, portando all’attenzione dei lettori le persecuzioni cruente protratte a loro danni da parte dell’Isis negli anni precedenti e un paio di casi di discriminazione sociale e giuridica.

Al momento, si trova fuori dal carcere ma non può in alcun modo lasciare il Paese, dopo 22 mesi di custodia per delle accuse legate ad alcuni post su Facebook, ma successivamente informalmente accantonate.

Hoda Nasrallah, capo a guida della sua squadra di legali che sostengono l’invalidità delle accuse rivolte a Zaki, ritiene che probabilmente «per oggi è prevista solo la presentazione degli atti della difesa», dubitando che i legali possano continuare le proprie arringhe interrotte nella precedente udienza, quella del 29 novembre, fermo restando però che il giudice può pronunciare la sentenza in qualsiasi momento.

La rilevanza politica

La vicenda, insieme alla ricerca costante dei responsabili della morte in seguito a tortura di Giulio Regeni, costituisce un caso di rilevanza politica che mina i rapporti tra Italia e Egitto. All’udienza, come in tutte le udienze precedenti, dovrebbero presenziare diplomatici italiani e di altri Paesi nell’ambito di un monitoraggio europeo di processi rilevanti per il rispetto dei diritti umani in Egitto.

Secondo una nota della Ong Eipr “Patrick rischia una pena detentiva di cinque anni solo per aver esercitato il suo legittimo diritto alla libertà di espressione in un articolo intitolato Displacement, Killing and Harassment: A Week’s Journal of Egypt’s Copts e pubblicato a luglio 2019 sul sito web di Daraj”.

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