Mosca, 21 Agosto 2022 – Darya Dugina, di 30 anni, figlia del politologo e filosofo russo Alexsandr Dugin considerato “l’ideologo di Putin“, è morta nell’esplosione di un’auto di cui era alla guida avvenuta alla periferia di Mosca, nei pressi del villaggio di Bolshiye Vyazemy. Lo conferma la Tass citando fonti della famiglia della vittima e precisando che l’auto esplosa apparteneva al padre.
I primi a dare la notizia
La prima a scriverlo era stata la Ukrainska Pravda, citando media russi. La stessa Tass scrive che “una Toyota Land Cruiser Prado è esplosa vicino al villaggio di Bolshiye Vyazemy, alla periferia di Mosca. La conducente è morta, informano le forze dell’ordine. Secondo alcuni mass media, la figlia di Alexsandr Dugin Darya è la persona morta nell’esplosione”. Inoltre su Twitter circolano numerose immagini e video del luogo dell’esplosione. Per alcuni, Dugin stesso sarebbe stato l’obiettivo.
Indagini in corso
L’auto era una Toyota Land Cruiser Prado. Le circostanze e la dinamica dell’incidente sono in corso di accertamento. Alexsandr Dugin, conosciuto per essere il principale fautore del rilancio delle teorie eurasiatiste, è considerato come un ideologo fra i più vicini al presidente russo Vladimir Putin. Secondo media russi citati dal Daily Mail, Darya Dugina sarebbe stata “fatta a pezzi” nell’esplosione del veicolo di cui era alla guida, e si avanzano i sospetti di natura dolosa circa un complotto il cui obiettivo sarebbe stato il padre Aleksandr. Secondo il violinista russo Petr Lundstrem, Darya stava rincasando da un festival e aveva programmato di riportare indietro anche suo padre, il quale tuttavia sarebbe poi salito in un’altra vettura.
Droni contro la flotta in Crimea
Intanto la Crimea è diventata a tutti gli effetti un nuovo fronte della guerra in Ucraina. Lo dimostrano i nuovi attacchi con i droni condotti dalle forze armate di Kiev sulla penisola annessa alla Russia, gli ultimi di una serie mirati a colpire la flotta del nemico sul Mar Nero. In alcuni casi, provocando ingenti danni. E Mosca, sempre più in difficoltà su tutto il fronte meridionale, risponde denunciando gli ucraini di aver usato agenti chimici contro le truppe occupanti a Zaporizhzhia.