Morto Kahneman, padre della finanza comportamentale

 

Washington, 28 Marzo 2024 – Daniel Kahneman, psicologo israeliano e professore emerito presso l’Università di Princeton, nel New Jersey è morto all’età di 90 anni. A darne l’annuncio ai media la compagna senza però fare alcun riferimento al luogo e alle cause del decesso. Mente brillante, considerato una delle più influenti al Mondo, fu il primo psicologo a essere insignito del premio Nobel per l’Economia “per avere integrato risultati della ricerca psicologica nella scienza economica, specialmente in merito al giudizio umano e alla teoria delle decisioni in condizioni d’incertezza” e nel 2013 l’allora presidente Usa Barak Obama lo insignì della Medaglia presidenziale della libertà, l’onorificenza civile più prestigiosa.

Chi era Daniel Kahneman

Nato a Tel Aviv il 5 marzo del 1934 passa gran parte dell’infanzia in Francia dove la famiglia si rifugia per sfuggire alle persecuzioni naziste e nel 1946 torna in Palestina. Nel 1954 si laurea in psicologia presso l’Università di Gerusalemme e, dopo una parentesi nell’esercito dove valutava le reclute, torna all’insegnamento, prima presso il dipartimento di psicologia dell’Università ebraica e successivamente in quella della British Columbia a Vancouver e a Berkeley. Il 1993 è caratterizzato dal trasferimento all’Università di Princeton dove occuperà per circa trent’anni la cattedra di psicologia. Nel 1969 incontra un altro psicologo, Amos Tversky con cui, oltre a essere legato da profonda amicizia, condividerà molte delle sue teorie, in particolare quella sull’economia comportamentale che lo porterà a diventare molto influente rivoluzionando la psicologia e l’economia.

Economia comportamentale

Lo studio più prestigioso che portò Kahneman a diventare una delle menti più influenti al Mondo, come affermato anche da Steven Pinker professore ad Harvard che, parlando del suo operato lo ha definito «un lavoro monumentale nella storia del pensiero umano», riguarda la teoria messa appunto con Tversky a proposito della finanza comportamentale che stravolse completamente le teorie dell’epoca. I due psicologi infatti misero dubbio il concetto di razionalità alla base dei processi decisionali sostenendo che in alcune circostanze le persone prendono decisioni contrarie ai proprio interessi a causa di accadimenti recenti che ne condizionano le scelte. Una teoria molto diversa dal concetto di homo economicus che pone le basi per la modera economia comportamentale, applicata tutt’oggi a numerosi ambiti che non si limitano esclusivamente al mondo economico.

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