Morto Bushnell, il soldato Usa che si era dato fuoco

 

Washington, 26 Febbraio 2024 – Non ce l’ha fatta, Aaron Bushnell soldato dell’aeronautica militare Usa è morto in ospedale in seguito alle gravissime ustioni riportate dopo essersi dato fuoco davanti l’ambasciata di Israele a Washington in segno di protesta contro quanto sta accadendo in Palestina. A confermare l’accaduto un portavoce dell’Air Force che ha parlato di “un membro attivo dell’Aeronautica di 25 anni”.

«Sto per intraprendere un atto di protesta estremo, ma, rispetto a quello che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non è affatto estremo. Questo è ciò che la nostra classe dirigente ha deciso sarà normale» ha affermato il giovane.

L’accaduto

La vicenda che ha turbato l’opinione pubblica è accaduta nel cuore del quartiere diplomatico della Capitale americana davanti alla sede dell‘ambasciata di Israele al numero 3500 di International Drive Northwest, quando Aaron Bushnell vestito con la divisa da combattimento si è avvicinato al cancello dell’ambasciata e, il tutto ripreso in un video diffuso sui social, dopo aver affermato di non voler essere più complice del genocidio si è dato alle fiamme. Avrebbe ignorato gli addetti all’ingresso che, visto l’uomo avvicinarsi, gli avevano chiesto se avesse bisogno di qualcosa. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco, come scritto su X hanno “ricevuto una chiamata intorno alle 13 (ora locale)”, confermando che Bushnell è morto poco dopo a causa delle “lesioni critiche”.

«Nessuno è rimasto coinvolto nell’incidente» fa sapere il portavoce dell’ambasciata sottolineando che l’uomo era sconosciuto.

Shtayyeh si dimette

Mentre le operazioni a nord della striscia di Gaza si fanno più intense e l’esercito di Israele dichiara di aver ucciso «oltre 30 terroristi di Hamas», il premier palestinese Mohammad Shtayyeh ha presentato le dimissioni al presidente Abu Mazen a causa dell’escalation senza precedenti in Cisgiordania e a Gerusalemme a «causa della guerra e del genocidio». Secondo l’agenzia Dpa le dimissioni sarebbero giunte dopo pressioni degli Usa e dei Paesi arabi e potrebbe rappresentare un passo avanti verso la soluzione dei due Stati.

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