Mes, Giorgetti: «Non produrrebbe nuovi oneri»

 

 

Roma, 22 Giugno 2023 – Si accendono nuovamente tensioni all’interno della maggioranza dopo il parere sul Mes, «puramente tecnico» del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. «Il Mes non provocherebbe nuovi o maggiori oneri e non si intravedono peggioramenti del rischio. Anzi, accedervi potrebbe essere un bene per il nostro Paese, che potrebbe aumentare il rating».

Affermazioni che provocano una netta spaccatura nel Governo dato che, de facto, aprono la strada verso il “si” al Fondo, contrariamente al pensiero del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che aveva già diviso la maggioranza con la netta opposizione alla ratifica del Mes. Tanto più che la fetta dei più irremovibili sull’argomento sono proprio nella Lega, il partito di Giorgetti.

Unico Paese a non aver sottoscritto la ratifica

Al momento l’Italia è l’unico Paese che ancora non ha sottoscritto la ratifica al Mes, motivo per cui l’Ue preme affinché accetti, soprattutto perché senza il via libera di Roma, questo non può diventare operativo e Bruxelles ritiene che questo tentennamento non sia giustificato. Il premier Meloni è sempre rimasta ferma sul suo punto, sostenendo che non è opportuno in un momento storico come questo trattenere centinaia di miliardi di euro in uno strumento che nessuno utilizza, paragonando il Mes a “una lettera scarlatta”, soprattutto perché “le risorse si potrebbero sfruttate in maniera più efficace”.

Meloni: «Mes, non ho cambiato idea»

Sul Meccanismo europeo di stabilità il premier Meloni aveva ribadito a inizio mese la propria posizione nel corso di un intervento al “Forum in Masseria” moderato da Vespa: «Il Mes è un tema che sarebbe stupido aprire adesso, per due ragioni: la prima è che non ho cambiato idea sul Mes, ma è una parte di una serie di strumenti che vanno discussi nel loro complesso. Non ha senso ratificare la sua riforma se non sai cose prevede il nuovo patto di stabilità e crescita», sottolineando la necessità di indirizzare i fondi verso le questioni fondamentali per l’Italia, come i salari, il cuneo fiscale e la crescita.

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