Medio Oriente, Netanyahu blocca accesso alle moschee

 

Roma, 19 Febbraio 2024 – Il conflitto in Medio Oriente si intensifica coinvolgendo questa volta la religione. Hamas ha, infatti, denunciato la mossa decisa dal premier israeliano Benjamin Netanyahu di impedire l’accesso alla spianata delle moschee durante il periodo di Ramadan. Attraverso un comunicato riportato dai media internazionali, Hamas ha affermato che “l’intensificarsi degli attacchi, in particolare contro la moschea di al-Aqsa nel corso del Ramadan, rappresenta l’escalation del crimine sionista e della guerra religiosa guidata dal gruppo di coloni estremisti del Governo terrorista d’occupazione”.

Inoltre il movimento islamista invita tutti i palestinesi dei territori occupati a insorgere contro questa “decisione criminale” per resistere e respingere le offensive israeliane.

Tibi: «Violazione della libertà di culto»

Secondo Ahmad Tibi, membro del parlamento israeliano (Knesset) la decisione di Netanyahu costituisce una violazione della libertà di culto e tramite i social indica come reale responsabile il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir che, in un incontro con il premier e alcuni rappresentanti del ministero della Difesa, aveva suggerito di limitare l’ingresso alla Spianata delle Moschee (al-Aqsa), per manifestare il dissenso nei confronti di Ronan Bar, capo dell’intelligence israeliana (Shin Ben) convinto che tale decisione avrebbe spinto Hamas a coinvolgere gli arabi-israeliani. Tibi ha inoltre chiesto l’intervento del presidente Usa Biden per sanzionare lo stesso ministro della Sicurezza.

Katz: «Libertà di culto sarà rispettata»

Dal ministero degli Esteri israeliano intanto Israel Katz rassicura che il Governo non impedirà la libertà di culto nella moschea di al-Aqsa durante il Ramadan, e allo stesso tempo dichiara che «le restrizioni saranno applicate esclusivamente per motivi di sicurezza». Parlando invece degli ostaggi, Binyamin Gantz, membro dell’esecutivo di guerra sottolinea che se gli ostaggi nelle mani di Hamas non saranno liberati, «i combattenti continueranno le offensive  in tutta la striscia di Gaza, compresa Rafah».

Lula: «Gaza, un genocidio»

Nel corso della sua visita in Etiopia il presiedete brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva, parlando del conflitto in Medio Oriente afferma che quanto sta accadendo nella striscia di Gaza non è più una guerra, ma si tratta di un vero e proprio genocidio e paragona le azioni di Israele a quelle di Hitler contro gli ebrei. Affermazioni riprese ed elogiate da Hamas che su Telegram scrive che “questa dichiarazione si inserisce nel contesto di una descrizione accurata di ciò a cui è esposto il nostro popolo e rivela l’entità del crimine sionista”.

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