Italia, poveri aumentati di un milione in tre anni

 

 

Roma, 11 Giugno 2023 – 3,1 milioni di persone chiedono aiuto per mangiare alle mense per i poveri o ai pacchi alimentari. In totale, negli ultimi dodici mesi, sono stati distribuiti 92 mila tonnellate di cibo.  Ciò perché l’inflazione alimentare è la più alta da quasi 40 anni.

Dal rapporto “Poveri, il lato nascosto dell’Italia”, presentato in occasione del grande mercato contadino di Campagna Amica a San Pietro dedicato alla solidarietà con la “spesa sospesa”, di Coldiretti su dati Fead emerge che “l’Italia si prepara a vivere l’estate a tavola più cara da decenni con il numero dei bambini sotto i 15 anni bisognosi di assistenza per mangiare che ha superato quota 630 mila, praticamente un quinto del totale degli assistiti. A questi si aggiungono 356 mila anziani sopra i 65 anni oltre a una platea della fame e del disagio che coinvolge più di 2,1 milioni di persone fra i 16 e i 64 anni”.

Al Sud percentuali maggiori

“Fra tutti coloro che chiedono aiuto per il cibo” – evidenzia la Coldiretti – “più di 1 su 5 (23%) è un migrante che nel nostro Paese non riesce a procurarsi da solo il pane quotidiano. Ma ci sono anche oltre 90 mila senza dimora che vivono per strada, in rifugi di emergenza, in tende o anche in macchina e quasi 34 mila disabili. Nel 2022 hanno ricevuto assistenza per mangiare anche 48 mila ucraini a causa dell’invasione e devastazione da parte dell’esercito russo”.

Il numero di persone bisognose di aiuto negli ultimi tre anni è aumentato di 1 milione. Prevalentemente il problema si verifica al Sud con il 64%, al Nord il 22% e il restante al Centro.

“La stragrande maggioranza di chi è costretto a ricorrere agli aiuti alimentari” – sottolinea Coldiretti – “lo fa attraverso la consegna di pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri che, per vergogna, prediligono questa forma di sostegno piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli”.

Merce disponibile

Nel pacchi si trovano un po’ tutti i prodotti non deperibili: latte a lunga conservazione UHT (23%), pasta (9%), salsa di pomodoro (8%), legumi (5%), succhi di frutta, zucchero (5%), caffè, biscotti (4%). Senza dimenticare carne e tonno in scatola (3%), farina, marmellate, formaggio, fette biscottate (2%).

Fra i nuovi poveri” – conclude la Coldiretti – “ci sono anche coloro che hanno perso il lavoro, piccoli commercianti o artigiani che hanno dovuto chiudere, le persone impiegate nel sommerso che non godono di particolari sussidi o aiuti pubblici e non hanno risparmi accantonati. Come pure molti lavoratori a tempo determinato o con attività colpite dalla crisi dal balzo costi dell’energia con il caro bollette e dagli effetti del cambiamento climatico che ha devastato le aziende agricole della Romagna”.

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