Gas, sale il prezzo oltre il 10%

 

 

Bruxelles, 23 novembre 2022 – Il prezzo del gas in Europa non accenna a diminuire dopo la proposta della Commissione europea sul price cap e il probabile taglio delle residue forniture verso Ue con i gasdotti ucraini, da parte della russa Gazprom come ritorsione per l’appropriazione da parte di Kiev di parte del gas destinato ad altri Paesi. Accuse che l’Ucraina respinge a gran voce.

Price cap

La proposta avanzata dalla Commissione europea sul price cap prevede un tetto al prezzo del gas pari a 275 euro megawattora per i derivati su base mensile (month-ahead) scambiati sul Title Transfer Facility, la piattaforma della borsa di Amsterdam che funge da riferimento per il continente.

Kadri Simson, commissaria per l’Energia ha spiegato che se la proposta dovesse passare entrerà in vigore dal 1 gennaio e si applicherà esclusivamente nel caso in cui i prezzi delle futures sul TTF supereranno i 275 euro e nel caso in cui la differenza tra prezzi internazionali di gas liquefatto e valore del tetto, superi i 55 euro entro 10 giorni consecutivi.

Trafigura positiva

Trafigura, società di trading del gas tra le più importanti, sostiene che grazie al clima relativamente mite e insolitamente caldo, l’Europa può far fronte ai mesi invernali senza particolari problemi grazie alle riserve di gas accumulate in questi mesi. I dati suggeriscono che si potrà arrivare al 2024, vero banco di prova per l’Europa, senza grossi problemi.

La minaccia di Gazprom

La minaccia del colosso russo Gazprom di tagliare i rifornimento verso l’Europa a seguito di ritorsioni verso Kiev, è il campanello di allarme per l’innalzamento dei prezzi di mercato. Gli analisti di Goldman Sachs, seppur timorosi, ritengono che la soglia per far scattare il price cap sia troppo alta e difficile da raggiungere evitando quindi una riduzione della liquidità del mercato.

Marco Giuli, consigliere scientifico dello IAI, ricercatore della Brussels School of Governance sostiene che la Commissione europea ha cercato di accontentare tutti, Paesi favorevoli e non: i primi hanno ottenuto, teoricamente, un tetto ai prezzi; i secondi hanno ottenuto un meccanismo inapplicabile e quindi di fatto inesistente.

Una manovra inutile

Simone Tagliapietra, analista energetico-climatico di Bruegel si schiera con i detrattori ritenendola, come dichiarato a Il Foglio, «una manovra totalmente inutile a causa delle sue condizioni, e di cui l’Europa non ha effettivamente bisogno».

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