Primizie, finta primavera stravolge coltivazioni e banchi dei mercati

 

 

Roma, 9 Marzo 2024 – Le fave sono raccolte nel Lazio con oltre un mese di anticipo, così come in Sardegna e Puglia, e lo stesso vale per le fragole, mentre in Veneto sono comparsi sui banchi dei mercati contadini gli asparagi verdi. Ma in arrivo ci sono anche carciofi romaneschi, piselli, erbe spontanee e agretti. È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sugli effetti concreti dei cambiamenti climatici in occasione dell’arrivo delle primizie in tutta Italia, con l’iniziativa al mercato del Circo Massimo a Roma, tra i consigli del tutor dell’orto per i consumatori e le ricette dei cuochi contadini.

La finta primavera, con un febbraio che è stato il più caldo mai registrato (+3,09° rispetto alla media storica) e un gennaio con +1,6°, sottolinea la Coldiretti, ha mandato in tilt le coltivazioni nei campi lungo tutta la Penisola e stravolto completamente le offerte stagionali normalmente presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno rendendo impossibile una programmazione scalare della raccolta. Il risultato, precisa la confederazione, è un boom di primizie sui banchi di verdure e ortaggi dove è possibile trovare una grande varietà di offerta Made in Italy.

Consigli per gli acquisti

Per ottimizzare la spesa e non cadere negli inganni il consiglio della Coldiretti è quello di verificare l’origine nazionale, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori e non cercare per forza la frutta o la verdura perfetta perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali, i cosiddetti brutti ma buoni.

Nelle scelte dei consumatori grande rilievo viene dato alla freschezza del prodotto e al luogo di acquisto con una tendenza a privilegiare la spesa dal produttore. Anche perché, continua la confederazione, la verdura comperata direttamente dal contadino dura di più non dovendo affrontare lunghe distanze per il trasporto prima di arrivare nel punto di vendita ed è più buona e ricca di nutrienti perché raccolta quotidianamente al giusto grado di maturazione.

Italia leader dell’ortofrutta

Complessivamente la superficie italiana coltivata ad ortofrutta supera un milione di ettari e vale oltre il 25% della produzione lorda vendibile agricola italiana. I punti di forza dell’ortofrutta italiana sono l’assortimento e la biodiversità, con il record di 120 prodotti ortofrutticoli Dop/Igp riconosciuti dall’Ue, la sicurezza, la qualità, la stagionalità che si esalta grazie allo sviluppo latitudinale e altitudinale dell’Italia, una caratteristica vincente per i prodotti ortofrutticoli del Belpaese.

Il problema della concorrenza sleale

Un patrimonio del Made in Italy sul quale pesa però la concorrenza sleale, denuncia Coldiretti, con quasi un prodotto alimentare su cinque importato in Italia che non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori vigenti nel nostro Paese, spesso spinto addirittura da agevolazioni e accordi preferenziali stipulati dall’Unione europea. Un esempio sono le nocciole dalla Turchia, su cui pende l’accusa di sfruttamento del lavoro delle minoranze curde. Ma ci sono anche l’uva e l’aglio dell’Argentina e le banane del Brasile gravati da pesanti accuse del Dipartimento del lavoro Usa per utilizzo del lavoro minorile.

«Far valere il principio di reciprocità»

«È assurdo che un Paese come l’Italia che ha la leadership per la produzione ortofrutticola debba importare prodotti dall’estero che peraltro non rispettano le stesse regole alle quali sono sottoposti i nostri agricoltori in materia di ambiente, salute e diritti dei lavoratori», ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’esigenza di imporre a livello Ue il principio della reciprocità, a partire dagli accordi commerciali che offrono paradossalmente condizioni agevolate all’ingresso di frutta e verdura straniere.

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