UNRWA, per gli Usa servono dei cambiamenti

Washington, 31 Gennaio 2024 – «Per poter riprendere i finanziamenti diretti per l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino Oriente) dobbiamo vedere dei cambiamenti importanti». Ad affermarlo Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice Usa alle Nazioni Unite, in riferimento alle accuse lanciate da Israele nei confronti dell’agenzia che vedrebbe il coinvolgimento, a vario titolo, di alcune persone nell’attacco del 7 di ottobre da parte di Hamas.

 

«Per gli Usa è fondamentale vedere come l’UNRWA opera a Gaza, il modo con cui gestisce il personale» e, suggerendo l’immediato arresto delle persone incriminate, supporta l’indagine decisa dall’Onu che prevede la revisione dell’agenzia. Nei giorni scorsi il dipartimento di Stato Usa aveva reso nota la decisione di sospendere in via temporanea i finanziamenti aggiuntivi, almeno mentre sono in corso le indagini sulle accuse.

Decisione pericolosa

In linea con quanto affermato nei giorni scorsi dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) per l’Onu il taglio dei finanziamenti diretti all’UNRWA ritenuto opportuno da molti Paesi quali Usa, Canada, Regno Unito, Germania, Italia, Australia, Paesi Bassi, Finlandia e Svizzera, avrà delle conseguenze catastrofiche”, come dichiarato in una nota congiunta dai responsabili di diversi organismi delle Nazioni Unite. Per loro infatti il ritiro dei fondi è pericoloso e potrebbe provocare un collasso nel sistema umanitario nella striscia di Gaza, le cui conseguenze “ricadrebbero sul diritto umanitario e in tutta la Regione”.

L’appello di Save the children

Anche Save the Children lancia il proprio appello, sottolineando i timori e le preoccupazioni derivanti dal taglio dei fondi. Insieme ad altre organizzazioni umanitarie infatti lancia il proprio appello affinché i Paesi donatori confermino il proprio sostegnodi importanza vitale per le popolazioni di Gaza”. Secondo alcuni dati gli sfollati palestinesi che trovano rifugio in uno dei 154 centri di accoglienza dell’UNRWA sono più di un milione, un dato importante che mette a dura prova le organizzazioni umanitarie impegnate nella Striscia, che trovano difficoltà nel fornire aiuti, cibo, acqua o vaccini.

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