Ue, dal 2035 addio auto a benzina e diesel

 

 

Roma, 15 Febbraio 2023 – Dal 2035 non si produrranno già vetture a motore termico. Questa è la nuova direttiva che fa parte del pacchetto “Fit for 55”, vagliata dall’Ue per ridurre le emissioni di Co2 e agevolare la transizione ecologica.

La norma

Il testo approvato nella plenaria dell’Europarlamento prevede quindi la sostituzione di tutti i veicoli a benzina o diesel con vetture elettriche e introduce degli obiettivi intermedi da raggiungere per i Paesi membri come la riduzione delle emissioni per il 2030 (55% per le auto e 50% per i furgoni), e una nuova metodologia per la valutazione delle emissioni di Co2 durante l’intero ciclo di vita di un veicolo. Dal 2030. inoltre, saranno vietati gli incentivi statali per l’acquisto di auto elettriche.

Ci sono però alcune clausole particolari come l’“emendamento salva Lamborghini” che stabilisce alcune deroghe per i brandi di supercar che vendono dalle 1.000 a 10mila auto nuove all’anno. La seconda clausola prevede che Bruxelles possa intervenire nel caso in cui si verifichi un malfunzionamento del mercato automobilistico con eventuali ripercussioni sociali.

Le critiche

Nel Belpaese, dove nella filiera dell’automotive lavorano 250mila persone, con un valore di produzione del 20%, la manovra ha destato moltissime perplessità sia da parte delle imprese che operano nel settore dell’automotive, sia dalla classe politica: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia si sono espressi negativamente, mentre Pd, Verdi e alcuni esponenti del Ppe hanno votato in favore.

Urso: «Visione ideologica»

Intervistato da “Radio Anch’io” il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso pone l’attenzione sulla necessità di «confrontarci con l’Europa perché i tempi e i modi che ci impone non coincidono con la realtà europea ma soprattutto con quella italiana». «Il rischio» sostiene il ministro «è di passare dalla dipendenza energetica dalla Russia a quella tecnologica della Cina sulla filiera dell’elettrico».

Pensiero condiviso anche dal vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini che la ritiene una mossa che «va contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio degli interessi cinesi» giudicandola una «misura folle e sconcertante dell’Europarlamento».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *