Rover Perseverance arriva su Marte in cerca di tracce di vita

Roma, 19 Febbraio 2021 – Il rover Perseverance della Nasa è arrivato su Marte. L’obbiettivo è cercare tracce di vita passata e raccogliere i primi campioni del suolo marziano. Nel 2031 saranno portati sulla Terra da una staffetta di missioni nella quale l’Italia ha un ruolo importante.

Il veicolo è arrivato nel cratere Jazero. Un bacino di un antichissimo lago, quindi, nei sedimenti potrebbero ancora conservarsi tracce di forme di vita passata. A cercarla sarà anche un piccolo gruppo di ricerca italiano dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto nazionale di Astrofisica (Inaf).

La missione

La missione, che ha portato rover Perseverance su Marte, è Mars 2020. Lanciata il 30 giugno 2020 e gestita dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa. La sonda ha percorso quasi 3,9 milioni di chilometri in poco più sette mesi. La terza a raggiungere Marte nell’arco di dieci giorni dopo la missione Hope degli Emirati Arabi e la Tianwen-1 della Cina. Delle tre missioni è stata però l’unica a rilasciare un rover sul suolo marziano. L’altra missione programmata per farlo, la Tianwen-1, lo farà solo in maggio.

Per due anni il rover setaccerà il suolo per raccogliere i primi campioni destinati a essere portati sulla Terra. La missione Mars 2020 segna infatti l’avvio del programma Mars Sample Return (Msr), di Nasa e Agenzia Spaziale Europea (Esa) e al quale l’Italia contribuisce con la sua agenzia spaziale, l’Asi, e con l’industria, con il gruppo Leonardo. I campioni raccolti da Perseverance saranno inseriti in contenitori e depositati in luoghi precisi. Il recupero è affidato alla missione prevista nel 2026 e nel 2031 verranno portati a Terra.

L’atterraggio

Il responsabile dell’ufficio missioni robotiche dell’Asi, Raffaele Mugnuolo, ha affermato: «Anni per preparare questa missione e poi ci si gioca tutto in 420 secondi».

La discesa attraverso l’atmosfera su Marte e poi l’arrivo al suolo è infatti ancora molto difficile e rischiosa. La manovra di ingresso, discesa e atterraggio è la più breve dell’intera missione. Completamente automatica e mette davvero a dura prova il veicolo. Il primo problema è la temperatura altissima, fino a 1.300 gradi, che il veicolo raggiunge 80 secondi dopo l’ingresso nell’atmosfera. A proteggerlo c’è una sorta di scudo termico che contribuirà a rallentare la velocità del veicolo portandola a circa 1.600 chilometri orari.

A 240 secondi dall’ingresso in orbita si dispiegherà il paracadute dal diametro di 21,5 metri, che rallenterà ulteriormente la corsa a poco più di 1,5 chilometri orari. Il veicolo sarà a 11 chilometri dalla superficie marziana.

Poi lo scudo termico si separerà dal rover e quest’ultimo attiverà radar e telecamere per rilevare le caratteristiche del suolo. A quel punto il veicolo si libererà del paracadute e attiverà i retrorazzi per rallentare ancora a 2,7 chilometri orari quando sarà a 2,1 chilometri dalla superficie.

Quando sarà a 20 metri dal suolo e a 12 secondi dall’atterraggio lo stadio per la discesa al quale il rover è stato ancorato per tutto il tempo si separerà e lascerà scendere Perseverance molto lentamente, ancorata a quattro cavi lunghi 6,4 metri ciascuno. Nel frattempo il rover metterà le sue ruote in posizione per toccare il suolo.

Non appena i sensori comunicheranno che l’atterraggio è avvenuto, Perseverance taglierà i cavi per sganciarsi dal modulo di discesa e sarà completamente autonoma.

Le comunicazioni da Marte impiegano 11 minuti a raggiungere la Terra, quindi il segnale dell’ingresso nell’atmosfera è arrivato quando il rover era già posato al suolo.

 

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