Parte l’offensiva russa in Donbass, forze speciali presenti a Mariupol

 

 

Roma, 19 Aprile 2022 – Secondo il governatore della Regione ucraina di Lugansk, Sergei Gaidai, sarebbe iniziata l’offensiva dell’esercito russo nei confronti del Donbass. Le sue dichiarazioni non lasciano scampo a interpretazioni differenti, «È un inferno. L’attacco di cui si parla da settimane è cominciato. Ci sono combattimenti a Rubizhne e Popasna. Ma le attività militari sono in atto anche in altre pacifiche città». Anche Zelensky ha confermato attività belliche dei russi in corrispondenza dei territori orientali del Paese, «possiamo già dire che le truppe di Mosca hanno cominciato la battaglia finalizzata alla conquista del Donbass, per la quale si sono preparate da settimane. Una parte considerevole dell’esercito di Putin è concentrata per portare a termine l’attacco. Non importa quanti soldati arriveranno: ci difenderemo. Combatteremo».

I russi ancora non hanno ufficializzato la partenza dell’offensiva. Ed è possibile che non lo facciano neanche nei prossimi giorni. L’inizio dell’attacco in Donbass era nell’aria già da diverso tempo. Si erano intuite le intenzioni dell’esercito russo quando aveva iniziato il trasferimento verso est di una notevole quantità di soldati e di mezzi di vario genere, abbandonando diversi fronti aperti in prossimità dei territori a nord della capitale ucraina. Tra domenica e lunedì una serie di cittadine situate nella parte orientale sono state sottoposte a delle aggressioni particolarmente violente, in particolar modo i villaggi degli oblast di Donetsk e Luhansk.

Sopravvive la resistenza ucraina a Mariupol

La città portuale che si affaccia sul Mar d’Azov è assediata oramai da molte settimane. Al suo interno, annidate tra i cunicoli dell’acciaieria Azovstal, sopravvivono le ultime sacche della resistenza ucraina, composte da alcune unità della 36ª brigata di fanteria della marina, dal battaglione Azov e da alcuni combattenti stranieri. Sembrerebbe che nella fabbrica abbiano trovato rifugio anche molti civili. Se ne conterebbero almeno mille. Mariupol, com’è noto, ha un alto valore strategico. La sua completa conquista determinerebbe la possibilità di consentire l’attacco in Donbass anche dalla parte sud orientale, agevolando di conseguenza la possibilità di effettuare una manovra a tenaglia. I russi oltretutto avrebbero l’opportunità di controllare il Mar d’Azov, che si collega al Mar Nero attraverso lo stretto di Kerch.

Il ministro della Difesa di Mosca ha chiesto alle forze ucraine che operano all’interno dell’acciaieria di arrendersi entro oggi. E di lasciare la fabbrica completamente disarmati. Nel caso la resa avvenisse in modo pacifico non verrebbero adottate misure violente nei confronti dei prigionieri. Nel frattempo Mosca ha inviato alcune unità dei corpi speciali, al fine di giungere ad ogni costo all’occupazione della fabbrica, qualora la resistenza ucraina insistesse nella belligeranza.

Il tenente colonnello Denys Prokopenko, del reggimento Azov, ha rivelato attraverso un video messaggio che durante la notte i russi avrebbero provocato l’esplosione di bombe anti-bunker.

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