Mariupol, i russi tentano l’ultimo assalto all’acciaieria Azovstal

 

 

Roma, 13 Aprile 2022 – La fabbrica siderurgica di Azovstal si ritiene il punto nevralgico della battaglia per la presa di Mariupol. Al suo interno sopravvivono le ultime sacche di resistenza dell’esercito ucraino. I soldati di Kiev sono dislocati lungo la rete di corridoi che collegano le diverse aree del grande complesso industriale. Da questo luogo inospitale oppongono una difesa serrata e sono in grado di sferrare dei contrattacchi imprevedibili. Nel corso della notte gli scontri tra le due fazioni sono stati molto violenti. Sembrerebbe che alcune contese si siano risolte addirittura corpo a corpo.

L’utilizzo di armi chimiche da parte dell’esercito russo sarebbe legato a un estremo tentativo di snidare i militari ucraini asserragliati all’interno dell’acciaieria. Le notizie in merito alla possibilità che le truppe di Putin abbiano fatto ricorso a veleni sono circolate fin da ieri notte. L’intelligence britannica aveva allertato Kiev in merito a questa eventualità già nei giorni scorsi.

Combatteranno fino alla fine

L’esercito russo si sta avvalendo di unità differenti per la conquista della fabbrica. Sono presenti anche le truppe paramilitari cecene, i Kadyrovtsy di Razman KadyrovChe si distinguono per una notevole esperienza accumulata nel tempo in diversi teatri di battaglia. Nonché per la brutalità attraverso cui sono capaci di portare a compimento le operazioni militari. Di contro, l’ultimo baluardo della difesa ucraina è composto da alcune unità del celebre e famigerato battaglione Azov. Le due fazioni contrapposte sono dunque costituite da elementi irriducibili. Ciò induce a credere che il conflitto finalizzato alla conquista dell’acciaieria si possa svolgere fino alle estreme conseguenze.

Secondo il ministero della Difesa di Putin un numero considerevole di soldati ucraini (si parla di almeno mille elementi), appartenenti alla 36ª brigata della marina ucraina, si sarebbero arresi nei pressi del porto di Mariupol. Tra di essi ci dovrebbero essere anche più di centocinquanta ufficiali. Le autorità ucraine a tal proposito non hanno ancora rilasciato delle dichiarazioni ufficiali. Per quanto riguarda la possibilità di liberare i corridoi umanitari si è scelto di bloccarli per tutta la giornata. È ritenuto ancora elevato il rischio che le forze russe possano compiere delle azioni militari finalizzate a ostacolare la loro circolazione. La vice primo ministro Iryna Vereshchuk a tal proposito ha dichiarato, «la situazione lungo i percorsi previsti è troppo pericolosa e siamo costretti ad astenerci dall’aprire corridoio umanitari».

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