Onu, domani i voti per ingresso Palestina

Roma, 18 Aprile 2024 – Mentre prosegue la tensione tra Israele e Palestina soprattutto dopo il massiccio attacco iraniano che rischia di far precipitare la situazione in Medio Oriente, domani l’Onu si riunirà per votare in merito all’adesione della Palestina, riconoscendola di fatto come Stato. Nove i voti necessari per il successo ma gli esperti si dicono titubanti soprattutto perché con molta probabilità gli Usa metteranno il veto.

 

Motivazioni

Secondo il sito di informazione Axios, che riporta fonti vicine a Israele e agli Usa, l’amministrazione del presidente Joe Biden ha richiesto, senza alcun successo, a Mahmoud Abbas, leader dell’Autorità palestinese, di bloccare i piani per il voto del Consiglio dell’Onu previsto per domani. Gli Usa infatti ritengono che il riconoscimento come Stato debba essere parte di una trattativa più estesa che coinvolga Israele che però si è sempre opposta accusando l’Onu di voler riconoscere la Palestina come una sorta di premio in seguito ai fatti del 7 ottobre. Inoltre l’amministrazione americana vorrebbe evitare altre critiche alla propria leadership da parte di tutta la comunità internazionale.

Dujarric: «Il Mondo non può permettersi un altro conflitto»

Parlando delle intenzioni di Israele di rispondere all’attacco iraniano avvenuto a cavallo tra sabato e domenica della scorsa settimana, la portavoce dell’Onu Stephane Dujarric ha espresso grandi preoccupazioni per l’utilizzo della pericolosa e crescente retorica” sottolineando che «il Mondo non ha bisogni di un altro conflitto, che non può permettersi». Sembra però che i piani del primo ministro Benjamin Netanyahu che aveva affermato che la risposta sarebbe arrivata “al momento più opportuno secondo Israele”, siano momentaneamente decaduti grazie all’intervento di Joe Biden. Stando all’emittente radiofonica Kan, “La risposta non sarà più quella prevista, la sensibilità diplomatica ha avuto la meglio”. Ebrahim Raisi, presidente iraniano ha dichiarato che l’attacco era solo un avvertimento perché «se davvero avessero voluto colpire Israele non sarebbe rimasto più nulla» e avverte che in caso di risposta saranno preparati a utilizzare i bombardieri tattici russi Sukhoi-24.

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