Emergenza climatica, ripercussioni sull’economia globale entro il 2050

 

Milano, 18 Aprile 2024 – L’emergenza climatica non avrà delle ripercussioni solamente dal punto di vista del riscaldamento, ma avrà anche un impatto devastante sull’economia globale. A dirlo è uno studio pubblicato condotto da alcuni ricercatori del Postdam Institute for Climate impact Research (PIK) e pubblicato sulla rivista Nature in cui sono analizzati i dati raccolti negli ultimi 40 anni per tracciare con tecniche innovative i probabili scenari futuri. Inoltre rilevano che i danni economici sono già di sei volte superiori ai costi di mitigazione necessari per contenere a 2ºC il riscaldamento globale.

Lo studio

Gli esperti hanno potuto constatare quanto l’emergenza climatica sia impattante per la crescita, per il turismo, per la produttività, per le infrastrutture e ovviamente per l’agricoltura. Questi danni, a livello globale, porteranno a una riduzione media del reddito pari al 19% entro il 2050, una perdita d circa 30mila miliardi all’anno come sottolineato da Maximilian Katz primo autore dello studio e scienziato del PIK. In Italia ad esempio la riduzione sarà del 15%, mentre in Spagna del 18% e in Francia del 13%. Dati allarmanti che possono essere arginati se si attuano delle azioni concrete nel breve termine, ma i cui impatti, a detta dei ricercatori, saranno visibili solo (forse) nella seconda metà del secolo. Il risultato della ricerca ottenuto analizzando i dati delle temperature combinate con variabili climatiche ed economiche non riguarda il Pil mondiale.

Levermann: «Necessario un cambio di rotta»

Secondo Anders Levermann capo del dipartimento di ricerca Complexity Science del Potsdam Institute e coautore dello studio è necessario un cambio di rotta e che «smettiamo di bruciare petrolio, gas e carbone per stabilizzare le temperature. Lo studio» – prosegue – «rileva come i danni ambientali siano praticamente ovunque, ma i Paesi dei tropici saranno quelli che soffriranno di più perché sono già più caldi. Si prevede» – conclude Levermann – «che i Paesi meno responsabili del cambiamento climatico subiranno una perdita di reddito del 60% superiore a quelli a più alto reddito e del 40% in più in quelli a più alte emissioni. Questi Paesi hanno meno risorse per adattarsi ai suoi impatti».

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