Onu, benessere non solo dai dati del Prodotto interno lordo

 

 

New York, 6 Marzo 2021 – Il capo economista dell’Onu Elliott Harrs presenta alla stampa un nuovo indicatore che includerà dati economici e ambiente. La sostenibilità accanto alla produzione.

Il Pil va in pensione?

Dovrebbe essere recepito dai lavori della Commissione statistica delle Nazioni Unite questa settimana. “L’obiettivo è aprire una nuova era in cui in cui misurare il benessere non più soltanto servendosi dei parametri del Prodotto Interno Lordo (Pil). Infatti punta ad allargare la rilevazione anche ai temi ambientali, con la finalità di portare la sostenibilità al centro del delle scelte politiche dei Paesi.

Già Robert Kennedy ne diede voce

Questa la traduzione nei fatti di quanto auspicato da Robert Kennedy nel suo famoso discorso all’Università del Kansas nel marzo del 1968. «Non possiamo  misurare i successi del Paese sulla base del Prodotto interno lordo», aveva affermato il senatore ricordando che «il Pil comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana».

Ora l’Onu compie un passo in questa direzione con l’adozione del nuovo sistema di contabilità Seea ea, acronimo di System of Environmental-Economic Accounting—Ecosystem Accounting. Con l‘obiettivo – sottolineano dalle Nazioni Unite di avere “un impatto significativo sugli sforzi per affrontare le emergenze ambientali come il cambiamento climatico e il declino della biodiversità“.

Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, «Se vogliono avere la possibilità di un futuro sostenibile, le Nazioni devono iniziare a soppesare il costo del profitto economico rispetto ai danni all’ambiente». Il capo dell’Onu ha sottolineato che «L’economia globale è aumentata di quasi 5 volte negli ultimi 50 anni, ma la crescita ha avuto un costo enorme per l’ambiente. Le risorse della natura non figurano ancora nei calcoli della ricchezza dei Paesi. Il sistema attuale è orientato alla distruzione, non alla conservazione. La linea di fondo è che dobbiamo trasformare il modo in cui vediamo e apprezziamo la natura. Dobbiamo riflettere sul vero valore della natura in tutte le nostre politiche, piani e sistemi economici. Così facendo, gli investimenti possono essere diretti verso azioni che proteggono e ripristinano la natura. Le ricompense saranno immense».

Il nuovo Pil

Della necessità di un “nuovo Pilsi discute già da moltissimi anni tra gli addetti ai lavori. Di recente se ne sono occupati anche studiosi ed economisti della prestigiosa università di Stanford. I quali hanno sviluppato un nuovo parametro proprio per sopperire all’assenza degli apporti di natura e ambiente al benessere economico di una società. In uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences  hanno introdotto il concetto di  Gross Ecosystem Product (Gep), che include proprio il contributo della natura nello sviluppo di una società.

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