Ocse: “Pil in rallentamento nel secondo trimestre”

 

 

Roma, 29 Agosto 2023 – “Il Pil nel secondo trimestre del 2023 rallenta attestandosi a +0,4% da +0,5% nei primi tre mesi del 2023, confermando la crescita moderata osservata dal primo trimestre dello scorso anno” è quanto reso noto dallo studio condotto dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico (Ocse).

Negativo il dato dell’Italia che, per l’organizzazione internazionale ha registrato un calo del Pil pari a -0,3 rispetto al +0,6% dei tre mesi precedenti.

Giappone in testa tra i Paesi del G7

Stando ai dati dell’Ocse il quadro generale dei Paesi appartenenti al G7 risulta essere più o meno eterogeneo con una crescita del Pil dello 0,5% nel secondo trimestre di quest’anno, eccezion fatta per il Giappone dove tra aprile e giugno è aumentato in misura sostanziale arrivando all’1,5% contro la crescita dello 0,9% del primo trimestre. Bene anche in Francia con un incremento dello 0,5%. Discorso analogo per quanto riguarda gli Usa con un aumento dello 0,6%, mentre nel Regno Unito dello 0,2%.

Stabile la Germania

Mentre, la crescita, subisce un rallentamento in Canada dello 0,3%, la Germania rimane stabile nel secondo trimestre, dopo essersi contratta nei due trimestri precedenti. Tra i Paesi Ocse più vicini geograficamente alla guerra in Ucraina, il Pil sembra essere in ripresa in Lituania nel secondo trimestre del 2023, crescendo del 2,8%, rispetto a una contrazione del 2,1% nel primo trimestre. D’altro canto, in Polonia ha subito una brusca contrazione nel secondo trimestre del 2023 (- 3,7%) dopo essere cresciuto del 3,8% nel primo trimestre.

Le motivazioni

Come dichiarato dall’Ocse molti Paesi hanno pubblicato le motivazioni della crescita. Come nel caso del Giappone il cui Pil è dovuto alle esportazioni aumentate del 3,2% contro un calo delle importazioni del 4,3% e i consumi privati che hanno subito una contrazione nel secondo trimestre -0,5%. Stesse motivazioni per la Francia, mentre per il Regno Unito, l’aumento della spesa privata e pubblica ha sostenuto la crescita e le esportazioni nette hanno continuato a rappresentare un fattore frenante.

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