Nuovo attacco ucraino in Crimea

 

 

Roma, 4 Agosto 2023 – Le autorità governative ucraine hanno reso noto di aver compiuto una serie di attacchi nei confronti della flotta navale russa che opera sul Mar Nero. Le offensive si sarebbero concentrate sulle coste della Crimea, in prossimità del porto russo di Novorossijsk. Secondo il servizio d’intelligence ucraino a seguito delle azioni belliche sarebbe stata colpita la nave d’assalto russa “Olenegorsky Gornyak”: avrebbe riportato uno squarcio nello scafo fino ad affondare. In rete circola un documento video, la cui attendibilità non è ancora verificabile. Si rileva in soggettiva un drone marittimo che colpisce il fianco di una nave. Un altro video mostra addirittura la nave nelle fasi che  precedono l’affondamento.

L’offensiva avrebbe comportato l’utilizzo di diversi droni marittimi, “caricati con 400 chili di tritolo”. E avrebbero preso di mira anche il terminale del Caspian Pipeline Consortium: un’infrastruttura strategica per le forniture di greggio in Europa. Non si tratta, a livello ufficiale, di petrolio russo ma kazako, con cui l’Italia e l’Occidente hanno aumentato i contratti di approvvigionamento a seguito delle sanzioni nei confronti della Russia.

Il Cremlino non nega l’attacco in Crimea

La Russia ha fatto sapere, attraverso una serie di dichiarazioni rilasciate dal ministro della Difesa Shoigu, di aver subito l’attacco ma di averlo saputo contenere con successo. Le notizie che circolano fanno intendere il contrario, in quanto l’offensiva ucraina avrebbe colpito anche il faro petrolifero del Caspian Pipeline Consortium, attraverso il quale si facilitano le operazioni di caricamento del greggio da parte delle petroliere. Il direttore generale del Caspian Pipeline Consortium, Nikolai Gorban, ha negato l’accaduto. Le sue dichiarazioni sono state rilasciate alla testata telematica kazaka, Tengrinews.kz, dove ha affermato che «non ci sono danni all’infrastruttura del Caspian Pipeline Consortium».

Il Caspian Pipeline Consortium è d’interesse strategico per l’Occidente

L’infrastruttura petrolifera che sarebbe stata colpita risulta di interesse strategico per l’Occidente. La stessa Eni è socio 2% del CPC. Il socio principale, tuttavia, resta la Russia. L’accusa degli ucraini è che l’Occidente permetterebbe alla Russia di continuare a guadagnare con il comparto degli idrocarburi. Secondo le tesi di diversi esperti dietro alla parvenza di forniture di petrolio kazako ci sarebbe una sostanziale continuazione di forniture di greggio russo.

Non è ancora possibile affermare con certezza come si sia svolto l’attacco ucraino in Crimea e quali siano state le conseguenze. Dunque si rileva l’impossibilità di trarre delle conclusioni. Sicuramente, in base a quanto affermato di recente dalle autorità militari ucraine, la Crimea è considerata a tutti gli effetti un obiettivo militare. Nei confronti della Regione russa, tuttavia, non si vorrebbe tanto porre in essere una operazione di riconquista, quanto vanificare le forniture che alimentano le forze militari russe operanti sui territori ucraini occupati.

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