Draghi lavora a 2 miliardi nuovi sostegni, frena scostamento

 

 

Roma, 07 Gennaio 2022 – Un decreto per dare sostegno ai settori più colpiti dalle chiusure natalizie causate dalla variante Omicron. Mario Draghi ha intenzione di portarlo in Consiglio dei ministri giovedì prossimo, per dare risposta alla richiesta di nuovi aiuti arrivata in particolare dagli operatori del turismo e dai gestori delle discoteche.

Settimana dura in arrivo

Da lunedì il lavoro sul provvedimento entrerà nel vivo, per mettere in fila tutte le criticità e valutare le risorse necessarie. Ad oggi si stima un intervento da circa due miliardi. Ma è troppo poco, secondo i partiti della maggioranza: bisogna fare di più, aggiungere risorse per il taglio delle bollette, rifinanziare la Cig Covid e la quarantena come malattia. Ecco perché chiedono uno scostamento di bilancio, per liberare almeno 10 miliardi. Ma ministero dell’Economia e Palazzo Chigi frenano: si prevede di agire con fondi già a disposizione, senza chiedere al Parlamento una nuova deviazione dal deficit.

Se ne parlerà in conferenza stampa

Draghi ha già in programma per la prossima settimana una conferenza stampa, che potrebbe convocare dopo il Consiglio dei ministri di giovedì. Ha delegato negli ultimi giorni ai ministri la comunicazione sull’obbligo di vaccino per gli over 50 e le altre misure decise per provare a raffreddare l’impennata dei contagi. Ma non intende sottrarsi, assicurano a Palazzo Chigi: parlerà in settimana, probabilmente dopo il varo dei nuovi aiuti economici. La volontà di intervenire ancora, se necessario, l’aveva già espressa nella conferenza stampa di fine anno. Ora che Omicron impone nuove strette – ha concordato il premier con i ministri nell’ultimo Cdm – si metteranno in campo i nuovi sostegni.

Forze politiche in subbuglio

La sollecitazione dei partiti è fortissima: «Famiglie, imprese e lavoratori hanno bisogno di aiuto subito», affermano i parlamentari M5S. Ma il tentativo in corso è quello di evitare fondi a pioggia, individuare settore per settore le misure necessarie. Le riunioni tecniche tra Chigi, Mef e Ragioneria dello Stato dovrebbero iniziare lunedì e solo allora si capirà la portata dell’intervento. Ecco perché se per il momento si esclude la richiesta al Parlamento – che arriverebbe a ridosso dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica – di uno scostamento di bilancio, nel Governo c’è chi non lo esclude del tutto, ma ne ridimensiona la portata.

I partiti sollecitano almeno 10 miliardi, c’è chi si spinge ad auspicarne 20, ma l’ipotesi sarebbe un intervento da circa 5 miliardi, se servissero più dei 2 miliardi che si pensa di poter reperire nelle pieghe del bilancio. Ma in una fase di alta conflittualità politica come dimostra la pressione di Lega e Fi su Draghi per il via libera al nucleare di nuova generazione, c’è chi ritiene più prudente approvare intanto poche misure mirate con le risorse disponibili e poi eventualmente in un secondo momento fare richiesta di scostamento.

I settori più colpiti richiedono aiuto

Quanto alle misure l’allarme più preoccupante, non si stanca di ripetere il ministro Massimo Garavaglia, è quello che arriva dal turismo. Oltre che dai gestori delle discoteche chiuse. Ma anche Italo e dieci aziende di trasporto su gomma, tra cui Itabus e Flixbus, si aggiungono alla lista dei comparti che chiedono aiuti. I sindacati rilanciano poi la richiesta di ripristinare le tutele previste fino al 2021 per i lavoratori a partire dalla cassa integrazione Covid, i congedi e l’equiparazione della quarantena per contatto alla malattia.

Sulla quarantena sono intervenuti i ministri Pd in Cdm già questa settimana e si è concordato di fare una valutazione dei costi della misura. Sulla Cig il M5S definisce “indispensabile” il rinnovo di 13 settimane per tutti. E sale la richiesta di garanzie per la liquidità delle imprese. Spuntano inoltre richieste rimaste in sospeso dopo la legge di bilancio, come quella di un bonus psicologo, con tanto di petizione online. E fonti Pd ricordano che a marzo scade il contratto dei lavoratori Ata della scuola assunti per il Covid.

Tante proposte che se sommate farebbero già una “mini manovra”. La più corposa – sostenuta da tutti i partiti, senza eccezioni – è quella di stanziare nuovi fondi contro i rincari di luce e gas, dopo i 3,8 miliardi previsti in manovra per il primo trimestre 2022. Il Governo Draghi si mostra molto cauto all’idea di intervenire fin da subito, ma tra i parlamentari circola una battuta amara: «Quando arriveranno le bollette rincarate, rischiamo proteste come in Kazakistan».

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