Crisi, riprendono le proteste dei ristoratori italiani

 

 

Roma, 17 febbraio 2022 – Crisi, «Stiamo fallendo, uno dopo l’altro. Il comparto trainante dell’economia del Paese si sta desertificando nel silenzio assoluto della politica. È il suicidio dell’azienda Italia. I tribunali si stanno intasando di cause civili, pignoramenti, sfratti esecutivi».

Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, aderente a Federturismo Confindustria, è un fiume in piena. È esasperato, come tutti i ristoratori che si sono dati appuntamento a Roma, in piazza dei Tribunali, di fronte al palazzo di Giustizia, per un flash mob di protesta, con l’obiettivo di evidenziare la crisi della ricezione e dell’ospitalità a tavola.

Il disastro che la politica «finge di non vedere»

Il fatturato di alberghi, ristoranti, bar, pizzerie, pub e cocktail bar, del settore Horeca nel suo complesso, è in caduta libera. Lo testimoniano gli indicatori economici di più realtà. «La tendenza è in discesa, a fine febbraio sfioreremo meno 60% di entrate, rispetto al periodo ante-Covid. Allo stesso tempo, le uscite si sono moltiplicate a causa del carobollette e del fisco sempre più vampiro. Per tutti questi motivi ci siamo ritrovati davanti al palazzo di Giustizia, luogo emblematico, carichi di centinaia di faldoni rossi, a significare i libri contabili che si portano in tribunale in caso di fallimento».

Dalla protesta pacifica alla proposta

«Siamo esasperati e non abbiamo più nulla da perdere, auspichiamo che la nostra protesta pacifica possa risvegliare le coscienze di chi, trascinando noi alla chiusura, sta portando il Paese al fallimento», ha aggiunto Paolo Bianchini. MIO Italia ha presentato al Governo un pacchetto di proposte per risollevare il settore Horeca. In sintesi, ecco i cinque punti fondamentali: prolungamento delle moratorie sui prestiti, reintroduzione del credito d’imposta sugli affitti, nuovi indennizzi a fondo perduto, Iva al 5%, cassa integrazione in deroga. «È necessario uno scostamento di bilancio di 30 miliardi di euro, ma la politica non vede e non sente, per questo ci appelliamo al presidente Mattarella», ha concluso Paolo Bianchini.

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