Attentato Volkov, Lituania accusa Putin

Vilnius, 14 Marzo 2024 – Prosegue senza sosta la caccia all’uomo che ha aggredito Leonid Volkov, stretto collaboratore di Alexei Navalny e membro della Fondazione anticorruzione, che aveva additato Vladimir Putin come unico responsabile della morte dell’amico, da tempo sosteneva di temere per la propria incolumità in particolar modo dopo le accuse pubbliche rivolte contro le forze russe.

«Bisogna colpire gli amici di Putin, abbiamo stilato una lista di circa settemila nomi: si tratta di collaboratori del regime e ancora attendiamo che qualcosa accada», aveva sottolineato nel corso del suo intervento al Parlamento europeo.

 

Le accuse

Secondo le autorità della Lituania infatti l’attentato a Volkov sarebbe la risposta di Putin per cercare di ostacolare i progetti portati avanti dall’opposizione russa in particolar modo in merito alle prossime elezioni presidenziali non democratiche. Tesi riportata anche nel comunicato diffuso dal Servizio di sicurezza statale. «Putin, nessuno ha paura di te» così il presidente lituano Gitanas Nauséda lancia il proprio messaggio al suo corrispettivo russo, affermando che «i Servizi analizzeranno la vicenda con attenzione per trovare i responsabili e fare luce sulla vicenda».

L’attentato

L’aggressore, come affermato anche da Kira Yarmysh portavoce di Navalny, che ha anche pubblicato le foto delle ferite riportate, ha dapprima spruzzato del liquido urticante negli occhi di Leonid Volkov mentre era ancora a bordo della sua vettura davanti la propria abitazione e successivamente lo avrebbe ripetutamente colpito con un martello (se la caverà con una frattura al braccio). «Non ci arrenderemo» afferma Volkov dall’ospedale con un video pubblicato su Telegram per rassicurare i propri sostenitori.

Le indagini

Ieri il commissario generale della Polizia Renata Pozela ha rassicurato la ministra degli Interni lituana Agne Bilotaite che gli agenti sono impegnati una massiccia operazione «sia in termini di capacità analitiche che fisiche per trovare il responsabile dell’aggressione».

«Queste provocazioni sono la nostra routine quotidiana» afferma Bilotaite sottolineando che queste potrebbero aumentare in particolar modo in via delle «pseudo elezioni in Russia».

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