Apple bandita in Cina e perde 200 miliardi

Cupertino, 8 Settembre 2023 – Una giornata nera quella che oggi ha colpito la Apple, la quale registra un calo in borsa del 3,6%, dato non da poco che ha delle ripercussioni su Wall Street e mina il futuro del nuovo iPhone il cui lancio è previsto la prossima settimana. Pare che dietro questo calo, costato circa 200 miliardi di dollari di perdite ci sia la Cina, uno dei mercati più importanti per Apple.

Meno dipendenza tecnologica dai Paesi stranieri

La Cina infatti ha ufficialmente messo al bando gli iPhone per i dipendenti governativi e non solo, pare che sia intenzionata anche a estendere il divieto alle agenzie di matrice governativa, segnale delle costanti e crescenti sfide che attendono Apple nel suo più grande mercato estero. Questo perché il Paese del Dragone vuole cercare di ridurre al minimo la dipendenza tecnologica straniera e i rischi di infiltrazioni esterne che mettano a repentaglio la tutela della sicurezza nazionale.

Promuovere tecnologia cinese

Il bando infatti non sembra essere rivolto esclusivamente ad Apple. Pare che il progetto cinese sia ben più esteso e coinvolga qualsiasi azienda statunitense, al fine di promuovere l’utilizzo di apparecchi tecnologici realizzati in Patria. Cosa che pare essere confermata anche dal Guardian che spiega che le limitazioni, pur non facendo nomi di altri marchi, siano capillari e coinvolgano altre aziende americane o comunque occidentali.

Cosa succede

La notizia ha avuto un impatto piuttosto importante in particolare modo in borsa. La Cina infatti è uno dei più importanti mercati per l’azienda di Cupertino, tanto da generare un quinto del suo fatturato. Per non parlar del fatto che c’è la Foxconn, una delle più grandi aziende di assemblaggio degli iPhone, che dà lavoro a migliaia di persone. Oltretutto come sostengono alcuni analisti, la notizia, arriva quasi alla vigilia del lancio del nuovo iPhone che dovrebbe rappresentare per l’azienda un grandissimo balzo avanti che le avrebbe permesso di fermarsi come una delle maggiori produttrici di smartphone, potrebbe rappresentare un ostacolo non da poco.

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