Amazon chiude il terzo trimestre con risultati inaspettati

Milano, 27 Ottobre 2023 – La crisi economica e il costo del denaro spinto dalle politiche bancarie non sembra aver avuto alcun effetto su Amazon, colosso dell’e-commerce che affronta il terzo trimestre con risultati di profitto e fatturato del tutto inaspettati, incrementato del 13%, passando dai 141, 4 miliardi pronosticati, a 143,1 miliardi di dollari. Cifra che ha fatto salire il titolo in Borsa. Bene anche l’investimento di Jeff Bezos nella società di veicoli elettrici Rivian (sfruttati da Amazon per le consegne), che ha prodotto un guadagno di 1,2 miliardi.

 

Jassy: «Risultato possibile grazie all’efficienza dei costi»

Andrew R. Jassy amministratore delegato di Amazon si dichiara soddisfatto del grande risultato ottenuto nel trimestre, attribuisce il dato al grande impegno dell’azienda nell’efficienza dei costi, derivati in parte dal licenziamenti di 27mila dipendenti lo scorso autunno. Da Amazon pronosticano che il trimestre in corso comprensivo delle feste natalizie potrebbe portare al gruppo un giro d’affari di circa 163 miliardi, con un aumento del 9,6%.

Il business cloud, sotto Amazon Web Services, ha da parte sua dato segni di “stabilizzazione della crescita”, la pubblicità è “cresciuta in maniera forte” e gli utili operativi e il cash flow sono “saliti significativamente”.

Titolo in rialzo a Wall Street

Il successo di Amazon si riflette anche a Wall Street il titolo guadagna il 5%, con un rialzo da inizio anno del 40%. Fondamentale per la spinta la pubblicità digitale, impennatasi del 26% riuscendo a surclassare addirittura i competitor come Google (Alphabet) e Facebook (Meta) i quali sono veri rispettivamente al 9% e al 23%. Spiccano anche le inserzioni di Amazon con un ricavo di 12,1 miliardi. Il commercio elettronico si conferma il business core di successo la cui spinta si attesta intorno al 7%.

Situazione inversa invece per quanto riguarda i servizi cloud (Aws) i quali soffrono di un rallentamento importante che lascia il segmento al 12%, mentre Google Cloud e Microsoft, con Azure, salgono rispettivamente del 22% e del 29%.

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