Vaccino, Gran Bretagna dà il via ad AstraZeneca. L’Ema contraria

Londra, 30 Dicembre – Approvato stamattina il vaccino di Oxford e AstraZeneca contro il coronavirus. Il secondo per il Regno Unito dopo quello di Pfizer e BioNTech.

Partenza il 4 gennaio

Nella capitale britannica prenotati 100 milioni di dosi di questo vaccino, in aggiunta alle 50 milioni di Pfizer Biontech. La somministrazione dovrebbe partire con l’anno nuovo, probabilmente il 4 gennaio.

Un portavoce del ministero della Salute britannico afferma: «Il Governo ha accettato le raccomandazioni dell’agenzia del farmaco britannica Mhra. Il processo di approvazione è stato rigoroso e rispettoso dei più alti standard di qualità, sicurezza ed efficacia».

Entro febbraio, insieme al vaccino di Pfizer già somministrato da inizio dicembre, circa 14 milioni di residenti in Gran Bretagna saranno vaccinati, secondo le stime di Whitehall.

Potenzialmente dunque avrebbe già dosi per vaccinare 75 milioni di persone, su una popolazione ufficiale di 67 milioni. Di questo passo, si calcola che entro l’estate tutti i residenti potranno essere vaccinati contro il Coronavirus, con quello di Oxford o Pfizer. In più, il governo britannico ha acquistato anche 5 milioni di dosi da Moderna, altro vaccino approvato dall’agenzia del farmaco americana Fda.

L’Ema invece

La notizia dell’approvazione arriva proprio il giorno dopo in cui l’Ema, l’agenzia del farmaco europea, ha invece dichiarato che l’approvazione dell’Ue per il vaccino di Oxford è più lontana del previsto. Si parla di almeno gennaio 2021 inoltrato, in quanto non avrebbe ricevuto dati sufficienti da AstraZeneca.

Entusiasmo da parte di Johnson

Esulta su Twitter il primo ministro britannico Boris Johnson. «È un giorno fantastico e il trionfo della scienza britannica. Ora continueremo a vaccinare quante più persone, il più rapidamente possibile».

Il ministro della Salute Matt Hancock: «è il momento di celebrare l’innovazione britannica. Questo vaccino sarà disponibile a basso costo non solo nel Regno Unito ma in tutto il mondo. Grazie all’incredibile lavoro degli scienziati di Oxford e AstraZeneca. È una storia di successo britannica. Abbiamo una nuova speranza contro il Covid adesso, ma non dobbiamo mollare adesso: bisogna rispettare le norme e le restrizioni anti Coronavirus».

Mentre per Pascal Soriot, l’amministratore delegato di AstraZeneca, «questo vaccino è efficace, ben tollerato, semplice da trasportare e utilizzare e lo produrremo no profit, senza realizzare profitti. Voglio ringraziare le decine di migliaia di volontari che hanno partecipato a questo grande progetto».

Collaborazione con l’Italia

Il vaccino di Oxford, sviluppato in collaborazione con la Irbm di Pomezia, necessita anch’esso di due dosi, ma distanziate fino a dodici settimane. E ha un vantaggio: è molto più economico e soprattutto facile da conservare. Può restare in un frigorifero normale, rispetto ai -80 gradi necessari a Pfizer, per almeno sei mesi.

Inizialmente c’era stata qualche riserva sul vaccino di Oxford perché l’efficacia media veniva data al 70% e successivamente si è scoperto che quella massima – al 90% – veniva raggiunta somministrando prima una mezza dose del vaccino e poi una intera, tra l’altro risultato raggiunto per errore durante la sperimentazione.

A differenza di quello di Pfizer a tecnologia Rna, il vaccino di Oxford AZD1222 deriva dall’adenovirus. Si tratta di un virus blando tipico degli scimpanzé, ma geneticamente modificato in modo da portare con sé una parte del Coronavirus. Una volta immesso nell’essere umano, può sviluppare una risposta immunitaria preventiva nell’organismo affinché riconosca il Covid-19 e lo sconfigga.

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