Usa, Biden: record assoluto di voti. Primo tra i presidenti

Passata la soglia degli 80 milioni (80.026.721) di voti per il team presidenziale Joe Biden-Kamala Harris. Si tratta di un record assoluto per un presidente eletto degli Stati Uniti, mentre il conteggio delle presidenziali non è ancora del tutto terminato.

Secondo e terzo classificati

Donald Trump, con i suoi 73 milioni 890.295 voti, finora convalidati, è il secondo in assoluto. Medaglia di bronzo nella storia americana va a Barack Obama. Nell’elezione al primo mandato nel 2008 ottenne 69,5 milioni di preferenze. Quest’anno hanno votato 159 milioni di americani, il 66,7% del totale: un’affluenza che non si registrava dal 1900.

Joe Biden

«In America abbiamo elezioni libere e il risultato va rispettato, va onorato, perché gli americani non accetterebbero altro». Il monito di Joe Biden nel suo primo discorso alla nazione da presidente eletto. Durante il quale lancia un solenne appello all’unità nazionale di fronte a una crisi sanitaria ed economica senza precedenti.

Donald Trump

Ma mentre Biden parla dalla sua Wilmington, Trump in contemporanea lo gela con una telefonata ai suoi sostenitori in Pennsylvania. Incita tutti a ribaltare l’esito del voto.

Scontro tra i due

Nonostante in queste ore sia partita la transizione per il passaggio di poteri da un’amministrazione all’altra, il monito e l’appello di Biden tornano a scontrarsi con il muro di Trump. Il quale è più che mai deciso a non concedere la vittoria e a dare ancora battaglia.

«Dobbiamo ribaltare le elezioni», ha detto il tycoon parlando ai senatori repubblicani della Pennsylvania. La sua voce da un telefonino sorretto dal suo avvocato Rudy Giuliani: «Queste elezioni sono state truccate». Ha ribadito Trump, ispirandosi di nuovo a diverse teorie cospirative che finora non hanno trovato alcun riscontro.

Nel frattempo Biden sperava che fosse «la fine di questa triste stagione di divisioni». Evidentemente non è ancora così. In ogni caso «lottare contro questa pandemia è un dovere di tutti noi come americani, bisogna raddoppiare gli sforzi», e ha spiegato come il governo federale possa fare molto. Tutti i cittadini devono sentirsi in obbligo di indossare le mascherine, rispettare il distanziamento sociale ed evitare gli assembramenti, anche in occasione di feste.

Il giorno del Ringraziamento

Milioni di persone si sono spostate da una parte all’altra degli Stati Uniti per il lungo fine settimana del Thanksgiving. Questo rischia di avere un effetto moltiplicatore sui contagi. Sono già due milioni nelle ultime due settimane, un record assoluto, con una media impressionante di circa duemila morti al giorno. «D’ora in poi sarà Covid 24 ore su 24, sette giorni su sette», affermano i collaboratori della task force anti-coronavirus del presidente eletto. Sono già a lavoro con la Casa Bianca, con le autorità sanitarie federali dei Cdc, con l’Istituto per le malattie infettive di Anthony Fauci e con i responsabili del progetto Warp Speed per la distribuzione dei vaccini. Biden vorrebbe che fossero messi innanzitutto a disposizione di ospedali e scuole.

Scelte singolari per la squadra

«Possiamo e dobbiamo superare l’attuale crisi insieme», il suo appello, ribadito l’impegno ad andare oltre la polemica politica e a lavorare contro la pandemia e, in generale, per il Paese in un clima il più bipartisan possibile, anche insieme ai repubblicani. Pure perché il Senato è in mano loro. Fino a non escludere la presenza di personalità del mondo conservatore anche all’interno della sua squadra di governo. Un’ipotesi quest’ultima ribadita nella prima intervista tv rilasciata dopo le elezioni, e che rischia di creare i primi attriti con l’ala progressista del partito democratico. Tanto più che Biden sembra chiudere invece le porte del governo a nomi del calibro di Bernie Sanders ed Elizabeth Warren: «Personalità così di peso è meglio che restino in Congresso», ha spiegato su Nbc.

America non più sola

«Il mio non sarà un terzo mandato Obama» – ha quindi promesso il presidente eletto – «il panorama è cambiato, oggi gli Stati Uniti affrontano un mondo totalmente diverso». Le premesse ci sono, vista l’accoglienza della vittoria da parte dei leader europei. Ma anche dopo le aperture al dialogo giunte da Pechino e Teheran, con Xi Jinping e Hassan Rohani che hanno auspicato un ritorno alle relazioni prima dell’era Trump.

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