Ungheria, Orbán trionfa per la quarta volta

 

 

Budapest, 4 Aprile 2022 – Le elezioni in Ungheria confermano Viktor Orbán.

Gli ungheresi sono stati chiamati al voto per le elezioni parlamentari e per il referendum sulla legge anti-Lgbt+. L’affluenza alle urne si è attestata al 67,8%, in leggero calo rispetto a quattro anni fa.

Il premier uscente Viktor Orbán è al suo quarto mandato in Ungheria. «Abbiamo vinto contro tutti», queste le prime parole del neo eletto. Il capo di Fidesz, non perde occasione per sottolineare che dalle urne esce anche «un chiaro segnale a Bruxelles. Questa nostra quarta vittoria consecutiva è la più importante, perché abbiamo conquistato il potere contro un’opposizione che si era alleata. Si sono alleati tutti e noi abbiamo vinto lo stesso afferma trionfante. «Abbiamo vinto anche a livello internazionale contro il globalismo. Contro Soros. Contro i media mainstream europei. E anche contro il presidente ucraino. Fidesz rappresenta una forza conservatrice patriottica e cristiana. È il futuro dell’Europa. Ho ottenuto un mandato per governare ancora».

Nonostante l’isolamento sempre più marcato in Europa per la sua vicinanza a Putin, il suo rifiuto di mandare armi in Ucraina, la sua opposizione a un embargo energetico contro la Russia, Orbán è riuscito a imporsi su sei partiti che per la prima volta avevano unito le forze per sconfiggere il primo ministro che sta soffocando l’Ungheria in una spirale sempre più autoritaria

Avversari

I sei partiti di opposizione messi insieme in una lista unificata si attestano al 32-33%. L’opposizione dell’ultra-cattolico europeista Peter Marki-Zay ha ammesso la sconfitta: «In un sistema ingiusto e disonesto come questo non potevamo fare di più».

Anche l’estrema destra ha avuto un buon risultato, con circa il 6,5%. Orbán e i suoi alleati avranno 134 seggi, su un totale di 199. L’opposizione otterrà 58 seggi, mentre l’estrema destra 7.

Márton Gyöngyösi, vicepresidente di Jobbik, il partito di destra che per anni è stato alleato di Orbán, lancia l’allarme sulla deriva autoritaria del premier. «Purtroppo, è una buona notizia per Putin. Siamo diventati il suo cavallo di Troia in Europa. E ci stiamo trasformando sempre di più in un’autocrazia asservita alla Russia».

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