Ucraina, la finta partenza dei corridoi umanitari a Mariupol

 

 

Roma, 5 Marzo 2022 – Nel decimo giorno dall’avvio dell’offensiva militare russa in Ucraina arriva la notizia della tregua per organizzare corridoi umanitari e permettere alla popolazione civile di lasciare il Paese. Ma in realtà la situazione è diversa.

Il sindaco di Mariupol, Vadym Boichenko, in una breve dichiarazione rilasciata questa mattina aveva rassicurato i sui cittadini. «Cari, cari residenti di Mariupol, da oggi comincia in città l’evacuazione dei civili. Questa non è una decisione facile. Ma come ho sempre affermato, Mariupol non è un insieme di strade e di case. Mariupol è i suoi abitanti. Siamo voi e io. Il nostro principale compito è ed è sempre stato di proteggere le persone. Nelle condizioni che vedono la nostra città costantemente sotto il fuoco spietato degli occupanti, non c’è altra soluzione che mettere in condizione i residenti, ovvero voi ed io, di lasciare Mariupol in sicurezza».

L’evacuazione dei civili dalla città ucraina di Mariupol è stata rinviata a causa di multiple violazioni della tregua annunciata dalla Russia. Lo riferiscono le autorità municipali. L’evacuazione che sarebbe dovuta cominciare questa mattina “è stata rinviata per motivi di sicurezza” perché le forze russe “continuano a bombardare Mariupol e dintorni” scrive su Telegram la municipalità.

Lavrov

Secondo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: «Ai corridoi umanitari aperti a Mariupol e Volnovakha non si è presentato nessuno. Sono le autorità ucraine a non consentire l’evacuazione».

«Kiev tira per le lunghe i negoziati. Sembra che l’Ucraina inventi sempre dei motivi per aggiornare i termini in base ai quali negoziare con la Russia. Aspettiamo di sapere da Kiev la data del terzo round di colloqui. Il presidente ucraino Zelensky ha una frenesia militarista. È dispiaciuto che la Nato non intervenga. Non vuole risolvere il conflitto con la diplomazia, ma cerca di provocare una guerra tra Russia e Nato».

Intanto il presidente ucraino Zelensky smentisce le voci diffuse su una sua possibile fuga: «Sono qua, lo vedete, al mio posto», afferma in un video su Instagram.

Media a rischio

La legge introdotta in Russia per una stretta sui media «nasce dalla necessità urgente dettata da una guerra di informazione senza precedenti contro la Russia», spiega ai giornalisti il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov. «La legge è approvata e deve essere applicata. L’ha votata il nostro Parlamento».

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