Talebani: la guerra è finita, pronti al dialogo

 

 

Roma, 15 Agosto 2021 – Secondo le comunicazioni diffuse dai talebani la guerra in Afghanistanè finita” e sarà chiaro “presto” che tipo di Governo ci sarà. Aggiungendo che il gruppo è pronto a dialogare con “personalità afgane”, a cui sarà garantita la necessaria protezione. Così come la sicurezza ai cittadini e alle missioni diplomatiche.

La preoccupazione Onu per le donne

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha invitato i talebani e tutte le altre parti afgane “a esercitare la massima moderazione”, dopo che i combattenti del movimento fondamentalista sono entrati a Kabul. “Il segretario generale è particolarmente preoccupato per il futuro delle donne e delle ragazze, i cui diritti duramente conquistati devono essere protetti”, si legge in una nota.

Alle 10 di domattina, ora di New York, si riunirà il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. In precedenza il primo ministro britannico, Boris Johnson, aveva parlato con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e con il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, e aveva chiesto una rapida convocazione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu e del Consiglio Nord Atlantico. Il premier britannico ha sottolineato che la decisione Usa di ritirare le truppe «ha accelerato» l’attuale evolversi della situazione, parlando di una «realtà sempre più difficile».

Altri soldati americani per riportare il personale diplomatico

Gli Stati Uniti stanno inviando altri mille uomini in Afghanistan, portando il dispiegamento Usa a circa 6mila militari. Un funzionario della difesa ha detto all’Associated Press che mille soldati dell’82° Airborne stanno andando direttamente a Kabul invece di andare in Kuwait come forza di riserva. Il funzionario della Difesa ha parlato a condizione di anonimato di una decisione di schieramento non ancora annunciata dal Pentagono.

Turchia e Pakistan in campo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che la Turchia lavorerà con il Pakistan per aiutare a stabilizzare l’Afghanistan, secondo l’agenzia di stampa statale Anadolu. Parlando a una cerimonia di varo della nave a Istanbul insieme al suo omologo pakistano Arif Alvi, Erdogan ha affermato che la Turchia «sta affrontando un’ondata di migranti afgani attraverso l’Iran». La Turchia «continuerà gli sforzi per consentire il ritorno della stabilità nella Regione».

Erdogan ha anche parlato al telefono con il primo ministro pakistano Imran Khan per esaminare l’evolversi della situazione in Afghanistan. Khan ha comunicato che il Pakistan sta «estendendo gli aiuti nell’evacuazione del personale diplomatico e del personale delle organizzazioni internazionali e di altri a Kabul», secondo una dichiarazione condivisa dal suo ufficio. La dichiarazione afferma che sia Erdogan che Khan si riuniranno di nuovo lunedì, dopo il Comitato per la sicurezza nazionale, che affronterà gli sviluppi in Afghanistan. L’incontro si terrà a Islamabad e vedrà la partecipazione di alti funzionari governativi e militari, secondo l’ufficio del primo ministro.

Ghani fugge in Uzbekistan

“Hanno vinto, ora i talebani tutelino gli afgani”. L’ex presidente dell’Afghanistan spiega in un messaggio su Facebook di essere fuggito “per evitare un massacro” a cominciare dalla capitale Kabul. Ashraf Ghani, sua moglie, il capo dello staff e il consigliere per la sicurezza nazionale sono arrivati a Tashkent, capitale dell’Uzbekistan. Sul palazzo presidenziale ora sventola la bandiera dei talebani, bianca con la shahada, la scritta in arabo della testimonianza su Dio: “Testimonio che non c’è nessun dio, al di fuori di Dio e testimonio che Maometto è il profeta di Dio”.

La fuga di Ghani ha accelerato la caduta di Kabul. Nella capitale si è innescato il caos. In diverse zone sono stati sentiti spari, in periferia si registrano più di 40 feriti negli scontri. La strada per l’aeroporto si è rapidamente bloccata visto che la struttura è il solo modo per lasciare il Paese. Chiuse le ambasciate ed evacuati i diplomatici di parecchi Paesi, Usa e Regno Unito in testa. La Cina intanto resta alla finestra. Non meglio precisati “esperti cinesi” hanno spiegato al Globale Times che Pechino non manderà militari cinesi a colmare il vuoto lasciato dagli Usa. Al più, dicono, la Cina potrà “collaborare alla ricostruzione una volta che la situazione si sarà stabilizzata”.

Ritorna il nome precedente

L’Afghanistan tornerà al nome precedente all’arrivo degli americani nel 2001: Emirato Islamico dell’Afghanistan. a guidare la prima fase sarà il Mullah Abdul Ghani Baradar. È uno dei negoziatori di Doha e a Kabul avrà l’incarico di leader ad interim dell’Afghanistan dopo il passaggio di consegne dal Governo esistente.

Michel, «molte lezioni dovranno essere tratte»

“In stretto contatto con Josep Borell sto seguendo gli sviluppi in Afghanistan”, twitta il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “La sicurezza dei cittadini dell’Ue, del personale e delle loro famiglie è una priorità a breve termine. Altrettanto chiaro che molte lezioni dovranno essere tratte”.

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