Sanità: arriva lo scudo penale per i camici bianchi

 

Torino, 19 Gennaio 2024 – Buone notizie per il mondo della sanità e per i camici bianchi per i quali la politica tutta ha votato in favore degli emendamenti del decreto Milleproroghe (oggi all’esame della Camera dei deputati) che stabiliscono lo scudo penale di un anno, (fino al 31 dicembre 2024) limitandolo esclusivamente per i casi più gravi come già accaduto durante la pandemia da Covid-19.

Grave carenza di personale

Alla base delle decisioni che hanno portato maggioranza e opposizione a votare positivamente per tale emendamento c’è l’idea di proteggere i medici e gli infermieri dal rischio di incorrere ad azioni penali nei loro confronti provocati dalla carenza di operatori e dal mancato ammodernamento degli ospedali, situazione grave che affligge molte strutture sanitarie del Belpaese e che complica l’operato dei camici bianchi e degli operatori sanitari. Tra i firmatari dell’emendamento, gli esponenti di Fratelli d’Italia Luciano Ciocchetti e Francesco Ciancitto, che sottolineano la punibilità per i casi gravi “commessi nell’esercizio della professione sanitaria considerando la grave situazione di carenza di personale”.

Chiedono una riforma definitiva

Se da un lato i camici bianchi plaudono alla reintroduzione dello scudo penale, dall’altro chiedono che il Governo introduca una riforma definitiva, questione già sul tavolo del ministro della Giustizia Carlo Nordio, che dovrebbe presentarla entro aprile. Francesco Dentali, presidente della Federazione degli internisti ospedalieri (Fadoi), commenta positivamente la notizia sottolineando che lo scudo mette fine a tutte quelle cause che costano circa 13 miliardi di euro tra medicina difensiva e costi assicurativi e che portano circa il 40% dei medici ad abbandonare il mestiere o a guardare al settore privato.

Pensionamento a 72 anni

Tra gli emendamenti spicca anche quello controverso inerente lo slittamento del pensionamento a 72 anni (su base volontaria), questione cara alla maggioranza ma molto osteggiato dai sindacati che ritengono tale ipotesi “ un favore ai baroni universitari” come sostenuto dall’Associazione nazionale aiuti assistenti ospedalieri (Anaao). In queste ore si parla anche della possibilità di giungere a un compromesso, come l’impossibilità per chi resta fino a 72 anni di ricoprire ruoli da primario.

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