Salario minimo, la politica italiana divisa

 

 

Roma, 7 Giugno 2022 – L’Unione europea raggiunge un accordo sul salario minimo. L’Italia è tra i sei Paesi dell’Ue senza una regolamentazione in materia: il tema è al centro di uno scontro politico nella maggioranza e anima il dibattito tra le forze sociali.

Partito democratico

Enrico Letta, segretario del Pd afferma: «Per noi la questione salariale è fondamentale, accanto a questo c’è anche l’impegno ad arrivare al salario minimo come hanno fatto in Germania, in Australia, Paesi simili al nostro che hanno fatto una scelta che anche noi dovremo fare». Posizione condivisa da Roberto Speranza, ministro della Salute. Il provvedimento europeo, ha osservato il ministro del Lavoro Andrea Orlando, «spingerà di più verso interventi che salvaguardino i livelli di salario più bassi e verso una disciplina organica».

M5S

Il MoVimento 5 Stelle spinge per l’approvazione in tempi rapidi. «Noi stiamo lavorando a tempo piano in commissione lavoro al Senato, dove questo progetto di legge sta andando avanti e siamo disponibili a lavorare notte e giorno per approvarlo. Dobbiamo farlo subito», dichiara l’ex premier e presidente del M5S, Giuseppe Conte.

Il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli su Facebook sottolinea: “A questo Paese serve un salario minimo, che deve essere approvato in questa legislatura. Il MoVimento 5 Stelle lo chiede ormai da 9 anni, un appello rimasto inascoltato da quasi tutte le altre forze politiche, che nel corso di questi anni hanno ostacolato questa fondamentale riforma di civiltà. Solo oggi, dopo la pubblicazione degli scandalosi dati Ocse, l’arco politico italiano sembra essersi svegliato sul tema. La direttiva europea rappresenta una rivoluzione per tutti quei Paesi che ancora oggi, assurdamente, non lo hanno ancora introdotto”.

Centrodestra

Il centrodestra nella maggioranza la pensa diversamente. «Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriali. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali. Il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività», chiarisce il ministro per la Pa Renato Brunetta.

Per Matteo Salvini, leader della Lega, il salario minimo non è una priorità della Lega. Punta invece ancora sulla «flat tax al 15% per le imprese. Perché poi i salari li pagano le imprese, e se pagano uno sproposito di tasse non riescono a pagare lo stipendio a nessuno».

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