Russia, si allunga la lista di aziende che sospendono la produzione

 

 

Roma, 10 Marzo 2022 – La guerra tra Russia e Ucraina ha portato molte aziende ad abbandonare il Paese. Si tratta di un vero e proprio esodo di massa da parte di grandi marchi internazionali.

Tra le prime c’è Ikea che ha deciso di lasciare la Russia e chiudere i suoi negozi. McDonald’s con la cessata attività di 850 dei suoi punti vendita, come ha fatto sapere l’agenzia Bloomberg, per evitare il boicottaggio sui social.

Molte compagnie di automobili hanno deciso di rimanere inattive. Ferrari ha deciso di sospendere la produzione di veicoli per il mercato russo fino a nuovo avviso. Stessa cosa Toyota che ha interrotto la produzione nel suo stabilimento di San Pietroburgo, dove realizza i modelli RAV4 e Camry. Nella lista c’è anche Mercedes Benz, che ha sospeso sia la produzione che l’importazione dei suoi modelli. E ancora VolvoFordRenaultHondaMazda e Harley Davidson, tutte decise a lasciare il mercato russo e la sospensione temporanea della produzione.

Ambito tecnologico e moda

Mentre Apple ha diffuso una nota dove comunica la sospensione della vendita di tutti i suoi prodotti in Russia, oltre ad aver disabilitato il funzionamento di servizi aggiuntivi come Apple Maps, Apple Pay. Google e TikTok hanno invece bloccato i canali dei media statali russi dalle piattaforme.

A lasciare la Russia sono stati anche Microsoft che ha deciso di stoppare le vendite di tutti i suoi prodotti e servizi, Netflix e Disney, che hanno bloccato tutti i progetti in programma e le acquisizioni di prodotti in Russia, oltre allo stop dei servizi.

La lista dei marchi coinvolge anche Lego e i grandi brand della moda come Chanel, HermesNike, che ha deciso di chiudere gli store in maniera temporanea, Zara, che ha chiuso i suoi 502 negozi di abbigliamento e H&M. A far parte dell’elenco entrano anche MSC, Paypal e Samsung.

Petrolio e oro

Avvio di giornata nuovamente in rialzo per le quotazioni del petrolio. Ieri in calo grazie alla fiducia su un possibile esito positivo dei negoziati per fermare la guerra in Ucraina e all’annuncio degli Emirati dell’intento di spingere l’Opec ad aumentare la produzione.

Il greggio Wti guadagna l’1,39% a 110,21 dollari il barile, il Brent del mare del Nord sale del 2,24% a 113,63 dollari.

Il gruppo petrolifero Eni “ha sospeso la stipula di nuovi contratti relativi all’approvvigionamento di greggio e prodotti petroliferi dalla Russia”. Lo annuncia un portavoce dell’azienda. “In ogni caso Eni opererà nel pieno rispetto di quanto stabilito dalle istituzioni europee e nazionali”, conclude. E in una nota Italgas rassicura: “Il rischio di interruzione prolungata di immissione del gas naturale nelle infrastrutture di distribuzione sarebbe mitigato da azioni in essere e allo studio a livello nazionale ed europeo”.

Quotazioni dell’oro in netto calo sui mercati asiatici dopo l’innalzamento che aveva potato i prezzi ai massimi da agosto 2020. Il lingotto con consegna immediata cede lo 0,6% a 1.980 dollari l’oncia. In netto calo anche il palladio che perde l’1% e quotazioni in calo anche per argento e platino.

Niente più birra

La Carlsberg, terza azienda al Mondo produttrice di birra, fa sapere che interromperà la vendita in Russia del suo prodotto più noto. Inoltre, contestualmente, cesserà tutte le campagne pubblicitarie nel Paese e donerà i profitti delle sue operazioni russe per le quali ha già revocato gli investimenti.

Intanto i birrifici Baltika Breweries, che fanno capo al gruppo Carlsberg e hanno la loro sede centrale a San Pietroburgo, verranno gestiti come un’azienda separata e continueranno a mantenere operativi i suoi otto birrifici in Russia, che contano un totale di 8.400 dipendenti, “con l’obiettivo di sostenere i nostri dipendenti e le loro famiglie”, ha spiegato Carlsberg. Anche la Heineken ha interrotto la produzione e la vendita di birra in Russia.

Alla lunga lista di aziende che stanno lasciando la Federazione russa in reazione all’operazione militare lanciata da Mosca in Ucraina si aggiungono poi colossi dell’equipaggiamento pesante come Caterpillar e John Deere, che sospendono le collaborazioni.

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