Russia, continua l’esodo di chi sfugge alla coscrizione

 

 

Roma, 29 Settembre 2022 – A seguito dell’annuncio dimobilitazione parziale“, avvenuto circa una settimana fa in Russia da parte di Vladimir Putin, si è assistito a una fuga considerevole di giovani che sono arruolabili. Secondo quanto riportato dai servizi segreti inglesi l’esodo sarebbe costante, diretto soprattutto verso le Nazioni che confinano a Sud. Si ritiene tuttavia complesso definire con precisione il numero dei fuggitivi. Ma potrebbero essere migliaia di persone. È possibile affermare che si tratti in modo prevalente di individui appartenenti alle classi più ricche e istruite del Paese. L’intelligence britannica è convinta che la mobilitazione dei riservisti, sommata alla carenza di manodopera e alla fuga dei più istruiti, possa innescare delle dinamiche sfavorevoli per l’economia russa.

Vyacheslav Volodin, il presidente della Duma in Russia, tramite i propri canali telematici ha reso noto un promemoria valido nei confronti di chi è passibile di arruolamento: «Ai cittadini abili alla leva, dal momento dell’annuncio della mobilitazione, è vietato lasciare il luogo di residenza senza il permesso dei commissariati militari. Esiste una norma di legge per tutti coloro che sono tenuti al servizio militare e dovrebbero essere guidati da essa». Ma le autorità governative di recente hanno deciso di non rilasciare più i passaporti a coloro che rientrano nella leva o nella mobilitazione. Il comunicato ufficiale recita che, «se un cittadino è già stato chiamato per il servizio militare o ha ricevuto una convocazione (per la mobilitazione o il servizio di leva), gli verrà negato il passaporto internazionale».

Vi è il sospetto fondato che non sia concesso un addestramento adeguato per chi viene spedito a combattere

A parte i 300.000 riservisti richiamati da Putin, che si distinguono per essere altamente preparati sotto il profilo militare, nel restante dei casi la coscrizione coinvolge giovani privi di una formazione marziale. Nei loro confronti si prevede soltanto lo svolgimento di un addestramento poco accurato e quindi inadeguato. Il rischio è che vengano spediti in Ucraina, in prossimità o proprio sulle linee del fronte. Ma senza avere la benché minima consapevolezza di cosa significhi sopravvivere in un teatro di guerra.

La Russia ancora non ha deciso di chiudere i confini. Per questo motivo sono ancora numerose le file di auto con a bordo giovani, tra i 18 e i 27 anni, che cercano di eludere l’arruolamento. In determinati confini la polizia di frontiera chiede fino a novanta euro per consentire il passaggio. Per quanto riguarda i prezzi dei voli, soprattutto quelli che portano in Turchia e in Azerbaigian, risultano molto costosi. Sembrerebbe che il prezzo di partenza sia di novemila euro.

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