Russia, 24 Giugno…non è successo niente

 

 

Roma, 25 Giugno 2023 – Partiamo dalla fine. Evghenij Prigožin andrà in Bielorussia e le accuse mosse nei suoi confronti saranno fatte cadere: lo ha dichiarato nella serata del 24 Giugno – giorno in cui si ricorda la nascita di San Giovanni Battista – Dmitrij Peskov, portavoce della presidenza russa. Secondo il dirigente, i combattenti del gruppo paramilitare Wagner potranno ora sottoscrivere contratti con il ministero della Difesa. Peskov ha aggiunto che anche nei confronti di coloro che hanno partecipato alla “marcia di giustizia” voluta ieri da Prigožin sarà lasciata cadere ogni accusa.

La soluzione bielorussa

Dunque Prigožin lascia Rostov-sul-Don (come nell’immagine di apertura), diretto in Bielorussia, dove godrà della protezione di Lukashenko. La prima reazione nei video sui social sono gli applausi in strada per i paramilitari della Wagner a Rostov sul Don dopo l’annuncio dello stop dellamarcia di giustiziaper denunciare inefficienze ed errori del Governo del presidente Vladimir Putin rispetto alla guerra in Ucraina.

Accanto a una folla che applaude si vede sventolare una bandiera con i simboli di Wagner. I residenti sembrano contenti della risoluzione pacifica della situazione. A Rostov, dove alcune strade restano comunque chiuse, la tensione si sarebbe già allentata. «Sullo sfondo della diminuzione della minaccia di conflitto interno rimane la questione di ciò che è stato promesso a Prigožin dalle autorità russe e viceversa», annota però Voennyj Osvedomitel, autore di un seguito blog militare. «Dopotutto, si sa, l’unica cosa peggiore di una guerra fratricida è perdere quella guerra».

Le parole di Prigožin

I paramilitari di Wagner dunque fanno marcia indietro e si preparano a tornare nelle loro basi, perché «è arrivato il momento nel quale si rischia di versare sangue russo» come ha annunciato il capo del gruppo in un messaggio diffuso su Telegram.
La comunicazione ha seguito l’annuncio da parte del servizio stampa del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko di un’intesa per “una de-escalation” della crisi in Russia. L’accordo sarebbe stato mediato da Minsk con il consenso di Vladimir Putin.

Resto del Globo in apprensione

Mentre tutto il Mondo analizzava sgomento lo scenario, con le dichiarazioni che sembravano presagire una guerra civile o comunque una aspra divisione all’interno della (finora) monolitica compattezza del fronte russo, con le truppe della Wagner pronte in poche ore a raggiungere Mosca e dichiarazioni pubbliche di Putin e di quasi tutti gli altri leader (tranne i vertici militari, inspiegabilmente in silenzio, ndr) di alto tradimento e di punizioni pesantissime, in serata tutto finiva – come si riassume in Italia – a tarallucci e vino. Possibile? Vedremo nelle prossime ore.

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