Rogo di Primavalle, Meloni: “Non dimenticare”

 

Roma, 16 Aprile 2024 – “La notte del 16 aprile 1973 dei militanti di Potere Operaio incendiarono la casa di Mario Mattei, “colpevole” di essere il segretario del Movimento sociale italiano nel quartiere popolare di Primavalle a Roma. Nell’incendio persero la vita due dei suoi figli: Virgilio, di 22 anni, e il piccolo Stefano, un bambino di appena 10, arsi vivi tra le fiamme. Una strage terribile, due giovani vite innocenti spezzate dall’odio politico”. Lo scrive su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Il nostro compito oggi” – continua – “è quello di non dimenticare e di condannare senza ambiguità la crudeltà di quella drammatica pagina della nostra storia rappresentata dai cosiddetti anni di piombo. Mai più odio e violenza politica”.

Quel giorno dalle parole di Antonella Mattei

Sono le ore 3.20 di un lunedì quando nel quartiere romano, in via Bernardo di Bibbiena numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano, un gruppo di giovani attivisti del movimento della sinistra extraparlamentare Potere Operaio lascia davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale. Attivano la miccia e fuggono via. Qualche secondo e poi lo scoppio, potentissimo. La porta è avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estendono a tutta la casa.

Commosso il ricordo della sorella di Virgilio e Stefano, Antonella che non è più tornata a Primavalle per quarant’anni, finché non lo ha chiesto suo figlio. «Mio padre ha fatto scendere mia sorella Lucia dalla finestra. Poi ha provato a fare scendere Silvia che è caduta ed è stata un anno ingessata. Mia madre mi ha salvata. Da sotto ho visto mio padre con le gambe piene di fuoco. Non si può dimenticare. Virgilio, che era più grande, ha abbracciato Stefano perché ha visto che non riusciva a camminare e non ce l’ha fatta. Ha preferito morire, piuttosto che lasciare mio fratello più piccolo lì. Questa immagine deve essere tramandata, la giustizia italiana non è stata giusta con noi, non ci hanno mai chiesto scusa. In questi cinquant’anni abbiamo parlato solo di politica, che è lecito, ma non di cosa è successo a noi umanamente”.

Tragedia senza giustizia

Ricordiamo che per il rogo di Primavalle l’unico a finire in carcere fu Achille Lollo (morto a Trevignano all’età di 70 nell’agosto del 2021) condannato a 18 anni in appello per incendio doloso, duplice omicidio colposo e uso di esplosivo e materiale incendiario assieme agli altri due imputati Marino Clavo e Manlio Grillo rimasti latitanti senza mai scontare neppure un giorno di reclusione. La sentenza escluse l’aggravante di terrorismo.

Lollo si rifugiò in Brasile prima della sentenza definitiva della Cassazione e la sua pena venne dichiarata estinta il 12 ottobre del 2003. Nel 2005, in una intervista, ammise di avere realizzato, con altri, un attentato dimostrativo con una bomba artigianale non esplosa, rivolto a Mario Mattei, ma sostenne sempre di non aver incendiato la casa con la benzina. Sei anni dopo fece rientro in Italia e spiegò che l’azione venne eseguita da un gruppo di sei persone in tutto (lui compreso) e che doveva essere solo dimostrativa.

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