Myanmar, Aung San Suu Kyi trasferita ai domiciliari

 

Roma, 17 Aprile 2024 – Aung San Suu Kyi, ex capo del Governo della Birmania e Premio Nobel per la pace viene trasferita ai domiciliari. «La Giunta ha preso tale decisione per salvaguardare i fragili dall’ondata di caldo che sta colpendo il Paese» spiega Zaw Min Tun, portavoce della Giunta. Non è ancora chiaro se la misura sia definitiva o temporanea, ma insieme alla 78enne esce dal carcere anche Win Myint.

Graziati 3.3000 prigionieri

La Giunta militare al potere ha contestualmente dato l’annuncio che in onore della festa del nuovo anno del Paese, ha preso la decisione di concedere la grazia a circa 3.300 detenuti secondo un’amnistia proprio per questa occasione. Condanne ridotte di un sesto per tutti i detenuti fatta eccezione per coloro che sono carcere per reati gravi come come terrorismo, droga e omicidio.

Aung San Suu Kyi

Attivista per i diritti umani e da sempre ferma oppositrice del regime militare della Birmania, insignita nel 1991 del Premio Nobel per la pace, San Suu Kyi dopo il colpo di Stato che la destituì nel 2021, ha ricevuto una condanna a 33 anni di reclusione per aver incitato la popolazione al dissenso contro le forze militari e per alcune violazioni sulle misure di contrasto al Covid. Lo scorso anno in occasione della Quaresima buddista ricevette la grazia insieme ad altri 7mila detenuti per cinque di 19 condanne a suo carico.

Le condizioni di salute

Da tempo in molti hanno discusso e speculato sullo stato precario di salute di San Suu Kyi nonostante in più occasioni l’esercito e i suoi portavoce hanno negato la presenza di alcuna malattia tanto da richiamare l’intervento del ministro degli Esteri della Thailandia Don Pramudwinai che confermò le condizioni della detenuta. Durante il periodo che l’ha vista al centro del lunghissimo processo a suo carico però i media locali hanno sostenuto che soffrisse di vertigini e, probabilmente, di una qualche forma di infezione.

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