Reddito di cittadinanza, le scadenze di settembre

 

 

Milano, 11 Agosto 2023 – Il Reddito di cittadinanza sta per vedere giungere al termine per lasciare spazio, a partire dal 2024, all’Assegno di inclusione e al Supporto per la formazione e il lavoro. Le famiglie con minori o nuclei di persone con disabilità con almeno 60 anni potranno continuare a percepirlo per 12 mesi. Le altre categorie esclusivamente se risultano presi in carico dai servizi sociali in quanto considerati “non attivabili al lavoro”.

Supporto formazione e lavoro

A partire dal 1º settembre tutti i beneficiari del Reddito di cittadinanza indirizzati ai centri per l’impiego, possono accedere al Supporto per la formazione e il lavoro, ma esclusivamente nel caso abbiano un’età compresa tra i 18 e 59 anni con un’Isee che non superi i 6mila euro annui di reddito familiare.

In caso di mancata convocazione, possono fare richiesta per la presa in carico che avviene con un colloquio di valutazione e di indirizzamento nel percorso di politica attiva più appropriato. Dopo aver sottoscritto il Patto di servizio, partecipando a misure di politica attiva, i beneficiari potranno ottenere il Supporto per la formazione e il lavoro.

In caso di persone fragili

Il Centro per l’impiego, qualora si presenti un caso di particolare criticità legate alla sfera psico-sociale, che non consentino l’inserimento all’interno di un percorso lavorativo, sottoscrive un Patto di servizio e indirizza l’interessato ai servizi sociali per l’ eventuale presa in carico. In questo caso si potrà continuare a fruire del Reddito di cittadinanza fino a dicembre 2023: a condizione, però, che la presa in carico avvenga entro il 31 ottobre 2023. I servizi sociali entro il termine di sette mesi, non oltre il 31 ottobre 2023, devono comunicare all’Inps l’avvenuta presa in carico per il tramite della piattaforma GePI.

L’Assegno di inclusione

Il nuovo anno vedrà il debutto dell’assegno di inclusione, che potrà essere richiesto via telematica all’Inps. Questo è dedicato a tutti i nuclei familiari che abbiano almeno un componente con disabilità, minorenne, o 60 anni, in condizione di svantaggio e inserito in programma di cura e assistenza dei servizi socio sanitari territoriali certificato dalla pubblica amministrazione. Il richiedente deve essere residente in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo. Non essere sottoposto a misura cautelare personale o a misura di prevenzione; non avere sentenze definitive di condanna o un “patteggiamento” nei 10 anni precedenti la richiesta.

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