Praga, professoressa italiana salva per caso

 

Praga, 22 Dicembre 2023 – La polizia ceca ha identificato 13 delle 14 vittime della strage alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Praga. Tra i 25 feriti ci sono 3 stranieri, ma nessuno di nazionalità italiana: l’informazione è stata confermata dal ministero degli Esteri ceco. Intanto il Governo ha proclamato per sabato 23 dicembre la giornata di lutto nazionale.

Professoressa italiana salva perché era il suo giorno libero

«È stato sconvolgente, se non fosse stata la mia giornata libera avrei potuto essere anch’io tra le persone che per salvarsi si sono attaccate al cornicione dell’edificio. Una persona è morta perché caduta da lassù». È quanto ha raccontato la professoressa italiana Chiara Mengozzi, di Palmanova (Udine). La docente ha vissuto al telefono i momenti di trepidazione causati dalla furia omicida di David Kozak, cercando di mantenere calmi i colleghi rifugiati nelle aule e nelle biblioteche. Professoressa di italianistica, la quarantaduenne vive a Praga da una decina di anni e lavora proprio al quarto piano dell’edificio in cui è avvenuta la sparatoria. «I miei colleghi barricati nelle aule mi hanno contattata subito, ho trascorso la giornata al telefono».

La sparatoria

David Kozak, 24 anni, ceco, studente della stessa Università Carlo di Praga, è salito sul tetto della facoltà di Filosofia e ha iniziato a sparare all’impazzata uccidendo 14 persone e ferendone 24. Poi si è suicidato o, forse, è stato eliminato degli agenti accorsi. Poco prima della strage aveva ammazzato il padre nell’area di Kladno a una trentina di chilometri dalla Capitale. «Non c’è alcuna indicazione che questo crimine abbia qualche collegamento con il terrorismo internazionale», ha affermato il ministro dell’Interno Vit Rakusan cercando in qualche modo di rassicurare la gente scioccata da quella che politici e osservatori definiscono come la più grave tragedia della storia della Repubblica Ceca. E “scioccato” si è detto anche il presidente ceco Petr Pavel postando su X le sue condoglianze.

Il terrore di chi era lì

Ci siamo chiusi in biblioteca e ci siamo nascosti sotto il tavolo. Siamo rimasti tutti zitti e abbiamo scritto alle nostre famiglie, alla polizia, ha raccontato sui social uno dei testimoni, spiegando che via mail la direzione della facoltà di Filosofia indicava agli studenti come muoversi e dove barricarsi. Di quei momenti di panico resta quella che sarà per sempre l’immagine simbolo di una strage inutilmente annunciata: un gruppo di studenti rannicchiato su un cornicione fuori di una finestra dell’edificio universitario. Immobili, in silenzio.

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