Pasta italiana, nel Regno Unito crolla l’export. Ha ragione Bonucci?

 

 

Roma, 13 Luglio 2021 – Da un analisi di Coldiretti, sulla base dei dati Istat, gli acquisti di pasta italiana da parte dei cittadini inglesi sono crollati del 25% nel 2021. I riferimenti sono relativi ai primi tre mesi dell’anno. E ciò, conferma la validità della frase rivolta agli inglesi dal campione europeo Leonardo Bonucci. «Ne dovete mangiare ancora di pastasciutta».

Potrebbe essere la causa del loro secondo posto agli Europei 2021?

A calare, in realtà, non è solo la pasta italiana, ma anche le vendite di prodotti alimentari del Belpaese. Diminuzione che si aggira intorno al 10,5% per effetto delle limitazioni imposte dalla Brexit. In controtendenza, invece, al balzo fatto registrare delle esportazioni Made in Italy in tutto il Mondo con un +19,8% nel primo quadrimestre del 2021.

“Una carenza alimentare che” – sostiene la Coldiretti – “forse ha pesato sulle performance sportive della squadra inglese. Anche perché, non ha potuto contare sulle qualità nutrizionali della dieta mediterranea che fa bene alla salute e all’umore come scientificamente provato. Forse non è un caso che l’Italia è il Paese con il più elevato consumo di pasta per un quantitativo di 23,5 chilogrammi a testa. Ma, in buona posizione si classifica anche l’Argentina (8,7 kg) vincitrice della Coppa America”.

I motivi del calo dell’export

“A pesare sull’export alimentare nazionale in Uk” – sottolinea Coldiretti – “sono le difficoltà burocratiche e amministrative legate all’uscita degli inglesi dall’Unione Europea. Le criticità maggiori, per chi esporta verso il Regno Unito interessano le procedure doganali e riguardano anche l’aumento dei costi di trasporto dovuti a ritardi e maggiori controlli. Difficoltà che mettono a rischio i 3,4 miliardi di euro di esportazioni agroalimentari annue Made in Italy con il Paese Oltremanica. Il quale si classifica al quarto posto tra i partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti“.

Dopo il vino, con il prosecco in testa, al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani più venduti in Gran Bretagna ci sono i derivati del pomodoro. Ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi, dei salumi e dell’olio d’oliva e il flusso di Grana Padano e Parmigiano Reggiano.

“Le violazioni degli accordi sulla Brexit da parte degli inglesi peraltro rischiano di favorire l’arrivo nell’Unione Europea di cibi e bevande non conformi agli standard sicurezza Ue ma anche contraffazioni e imitazioni dei prodotti alimentari tutelati, dal Parmigiano al Chianti, favorito dalla deregulation. Proprio nei pub inglesi” – conclude la Coldiretti – “sono state smascherate le vendite di falso prosecco in lattina o alla spina”.

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