Parigi, i curdi continuano a protestare

 

 

Parigi, 24 Dicembre 2022 – Continuano le proteste della comunità curda per la strage compiuta da un anziano estremista di destra animato da sentimenti razzisti. Centinaia di manifestanti hanno sventolato bandiere della nazionalità curda e del PKK (Partito dei Lavoratori del Kurdistan), e si sono creati nuovi attriti con la polizia.

Almeno quattro auto ribaltate, di cui una incendiata, e diversi bidoni della spazzatura dati alle fiamme in Boulevard du Temple, vicino a Place de la République. Le forze di sicurezza hanno reagito con lacrimogeni al lancio di oggetti da parte dei manifestanti.

Campeggiavano anche i ritratti di tre militanti curdi assassinati a Parigi nel gennaio 2013. Un minuto di silenzio è stato osservato in onore delle vittime e di “tutti i curdi morti per la libertà”. Fra i manifestanti molti con gli occhi rossi di lacrime e molte denunce dell’atto di ieri come di unaingiustizia“, di un atto “politico” e di “terrorismo”.

«Non abbiamo dubbi che siano degli omicidi politici. Il fatto che le nostre associazioni siano prese di mira rivela un carattere terroristico e politico», ha dichiarato Agit Polat, portavoce del Consiglio democratico curdo in Francia (Cdkf). Nelle sue parole anche qualche recriminazione nei confronti delle autorità francesi per la mancanza di un piano per la sicurezza del circolo culturale preso di mira ieri dalla mano omicida ieri e delle altre entità curde in Francia. E fra i manifestanti non mancano quelli che evocano un coinvolgimento della Turchia.

Le motivazioni dell’attentatore

Il francese di 69 anni sospettato di aver ucciso ieri tre curdi e di averne feriti altri tre nei pressi di un centro culturale curdo a Parigi ha affermato, durante il suo arresto, di aver agito perché è «razzista». Lo ha riferito una fonte vicina al dossier precisando che l’uomo, un macchinista in pensione che ha aperto il fuoco poco prima di mezzogiorno in rue d’Enghien, nel decimo arrondissement di Parigi, aveva accanto a sé una una valigetta contenente “due o tre caricatori carichi, una scatola di cartucce calibro 45 con almeno 25 cartucce all’interno”. L’arma utilizzata è una 1911 Colt 45 dell’esercito americano.

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