Oms a Wuhan per l’origine del Covid-19. Poca trasparenza

 

 

Washington, 13 Febbraio 2021 – L’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) si è recata a Wuhan per capire le origini del Covid-19, ma la Cina si rifiuta di consegnare i dati completi.

Riassunti al posto dei dossier

A denunciare il fatto è il microbiologo Dominic Dwyer uno dei membri della squadra Oms in un’intervista a diversi media internazionali. Il team ha richiesto i dati grezzi dei pazienti dai primi casi, in quella che ha definito essere una “pratica standard”. Ma agli esperti pervenuto solo un riassunto.

L’Oms richiede più dati da Pechino, in particolare su possibili casi di Covid-19 prima di dicembre 2019. Peter Ben Embarek, il capo della missione ha espresso la sua contrarietà per la mancanza di accesso ai dati grezzi. «Vogliamo più dati. Abbiamo chiesto più dati», ha detto in un’intervista all’Afp.

La prossima settimana il team dovrebbe render pubblico un primo rapporto su quanto ottenuto in Cina e presentarlo in conferenza stampa a Ginevra, dove ha sede l’Oms. Intanto nell’ultimo briefing online con la stampa, il direttore dell’agenzia Ghebreyesus ha sostenuto che “tutte le ipotesi rimangono aperte e richiedono ulteriori analisi e studi“.

Da Washington

Il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha comunicato «profonde preoccupazioni degli Usa per i risultati comunicati dalla missione dell’Oms a Wuhan». Gli esperti, tornati giorni fa da Pechino, hanno riferito che il contagio appare originato da prodotti ittici congelati e non da un laboratorio locale, come ritengono alcuni. Sullivan ha espresso “il timore che i delegati dell’Oms siano stati costretti dalle autorità cinesia manipolare i dati. E non abbiano avuto accesso alle informazioni necessarie.

L’alto esponente dell’amministrazione Biden ha inoltre sottolineato in una nota: “È essenziale che questo rapporto sia indipendente. I risultati degli esperti liberi da interventi o modifiche da parte del governo cinese”. Al quale ha chiesto di “rendere disponibili i dati relativi ai primi giorni del contagio“. Sullivan ha quindi espresso “profondo rispetto” per l’Oms avvertendo però che proteggerne la credibilità è una “priorità essenziale”

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