Occupazione, Cgia: 13mila dipendenti in più, 327mila autonomi in meno

 

 

Mestre, 13 Novembre 2021 – La Cgia (associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre) riferisce un dato allarmante per l’occupazione dei lavoratori in Italia.

Gap occupazione ancora in negativo

In questi ultimi 20 mesi la crisi provocata dal Covid non ha colpito indistintamente tutti. A pagare il conto più “salato” sono stati i lavoratori indipendenti. Ovvero gli autonomi e le partite Iva, che dal febbraio 2020 (mese pre Covid), al settembre 2021 (ultimo dato disponibile fornito dall’Istat), sono diminuiti di 327 mila unità (-6,3 per cento).

Diversamente, i lavoratori dipendenti, anche se di poco,  sono invece aumentati. Infatti, sempre nello stesso arco temporale, lo stock complessivo degli impiegati e degli operai presenti in Italia è salito di 13 mila unità (+0,1 per cento).

Complessivamente, il gap occupazionale tra il febbraio 2020 e lo scorso mese di settembre rimane ancora negativo.

Nulla a che vedere con i picchi toccati nella primavera scorsa, comunque l’ultimo dato disponibile ci dice che lo stock degli occupati presenti nel Paese rispetto al dato pre pandemia è più basso di 314 mila unità (-1,4 per cento).

Va comunque sottolineato che il risultato positivo registrato dai lavoratori dipendenti è ascrivibile a un deciso aumento del numero dei lavoratori a tempo determinato. Questi ultimi, tra febbraio 2020 e settembre di quest’anno, sono cresciuti di +108 mila unità. Per contro, gli occupati a tempo indeterminato sono diminuiti di 95 mila.

Tutte le età allo stesso modo

Se analizziamo l’andamento degli occupati per fasce di età, riscontriamo che in questi ultimi 20 mesi è in calo sia il numero presente nella coorte dei giovani (15-34 anni) sia quello riconducibile alla mezza età (35-49 anni): rispettivamente di 98 mila e di 371 mila unità.

Ad aumentare di numero, invece, è stata la platea degli over 50 che in questa fase di pandemia è cresciuta di 154 mila unità. I dati Istat non consentono di decifrare l’andamento dei flussi in entrata/uscita registrati in questo arco temporale. Quindi, questo incremento potrebbe essere ascrivibile al fatto che molti autonomi e altrettanti collaboratori familiari o soci di cooperative di una certa età abbiano chiuso la propria posizione Inps. Successivamente sono rientrati nel mercato del lavoro come dipendenti, sfruttando l’esperienza e la professionalità acquisita in tanti decenni di onorata carriera.

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